Torna Cechov al Teatro Mercadante di Napoli con "Zio Vanja" – [Recensione]
Un’opera intensa e profondamente riflessiva “Zio Vanja”, ottimamente rappresentata al Teatro Mercadante di Napoli in questi giorni
Drammatico, non esiste parola più efficace per descrivere il “nuovo” Cechov, in questi giorni al Teatro Mercadante di Napoli con “Zio Vanja”.
Non che la cosa ci sorprenda. Non ci si aspettava nulla di diverso, ma la densità del più che classico “dramatismo” a cui Cechov ci ha abituati trova spazio e concretezza in questa leggera rivisitazione ad opera di Pierpaolo Sepe.
Trama pressoché invariata, ma resa con spirito che profuma di moderno grazie ad una efficace scenografia, minimale e spaziosa.
Largo spazio in quattro dimensioni. Oltre all’ambientazione fisica, infatti, anche i tempi trovano una propria armonia grazie anche ai lunghi silenzi propri di questa grandiosa opera, seconda solo a “Il Gabbiamo”, sui quali si fa più forte l’accento principalmente nelle prime fasi, eppure senza mai annoiare lo spettatore.
Ottime le interpretazioni di Andrea Renzi (il medico) e Giacinto Palmarini (Zio Vanja) nonostante qualche piccolissimo intoppo minimamente percettibile. Non particolarmente convincente, invece, la performance della giovane Federica Sandrini (la figlia Sonja).
Sempre intensa e mai noiosa, Zio Vanja è un’opera tutta da interpretare.
Numerosissimi gli spunti di riflessione, sempre attuali quasi a ricordarci come cambino i tempi ma non le persone.
La noia, la fatica, la disperazione, la delusione, l’angoscia, l’amore fallace ed il desiderio dominano l’opera in netto contrasto con il carattere dei personaggi, tra chi desidera un qualcosa che non vuole guadagnarsi e chi potrebbe meritar tutto ma riceve solo delusione.
Il protagonista zio Vanja sembra quasi sotto tono rispetto all’opera originale quasi a voler cedere il palco alla personalità e presenza del medico, dimostrandosi più stanco della vita che del lavoro al quale l’ha sacrificata
Un intreccio di dolore ed assopimento che andrà via via sempre più contorcendo il clima di tensione all’interno della casa, forgiato nel rancore verso il professore, cavallo sul quale puntavano tutti e che non fa a meno di deludere quando la sua inconsistenza come intellettuale diventa realtà.
Rabbia e dolore che culminano in un finale che non lascia spazio alle illusioni.
Nessuna favola stasera, solo cruda realtà nel cuore pulsante del Teatro Mercadante.
La dura verità, infine, trova il suo spazio come unica scelta: meglio viver un altro giorno soffrendo che non viverlo affatto.
Per maggiori informazioni su “Zio Vanja” al Teatro Mercadante di Napoli vi rimandiamo all’articolo dedicato.