Wanna Marchi: chi era davvero? Accuse di truffa e storia della regina delle televendite
Le origini di Wanna Marchi
Di umili origini, Wanna Marchi è figlia di contadini di Castel Guelfo, un piccolo paesino in provincia di Bologna. Nasce il 2 Settembre 1942, l’Italia è ancora un paese in guerra e la povertà incombe soprattutto su quella fascia di popolazione.
Perde il padre da giovane, a soli 15 anni.
Sembrava quasi un destino segnato il suo, quasi sicuramente sarebbe andata in sposa ad un contadino locale con cui avrebbe avuto dei figli. Ma sappiamo bene, che non andò così.
Con in mano una semplice licenza elementare, Wanna si imbarcamena tra lavori saltuari, incluso un lavoro presso una camera mortuaria dove era addetta al trucco dei defunti.
Si sposa in giovane età, a 18 anni, con un ragazzo benestante: Raimondo Nobile da cui ebbe due figli: Maurizio e Stefania. Un matrimonio tra l’altro nato contro il parere della suocera che finanche nel giorno del suo matrimonio non mancò di insultarla “Quanto sei brutta“.
La famiglia di Wanna Marchi
Chi è Stefania Nobile, la figlia di Wanna marchi?
Stefania è famosa come “la figlia di Wanna Marchi”, compagna fissa della madre nelle televendite fin dalla giovane età. Nasce il 16 Novembre 1964 durante il matrimonio con Raimondo Nobile, ma già nel 1983 inizia ad affiancare la madre nelle televendite al Wanna Marchi Show.
Arrestata insieme alla madre, fu da sempre sua complice nelle attività per le quali fu condannata.
Dopo la scarcerazione ha avuto varie aziende in Albania, ma tutte hanno cessato la loro attività nel giro di un anno.
Chi è il marito di Vanna Marchi? Raimondo Nobile in breve
Raimondo Nobile era un figlio della Bologna borghese, di buone origini e famiglia agiata. Era un imprenditore di successo, sposò Wanna Marchi in giovane età contro il parere della madre. Da questa ha avuto due figli: Stefania e Maurizio.
Si separa dalla moglie negli anni ’80, giusto prima dell’inizio dell’era “Do Nascimiento”.
La carriera di Wanna Marchi, da estetista a televenditrice miliardaria
Come è iniziata la carriera di Wanna Marchi? Gli anni da estetista
Fu proprio in quel lavoro nella camera mortuaria, quando truccava i defunti, che un’occasione capitò all’improvviso, in quel che era probabilmente il luogo più inaspettato.
Una madre che aveva perso la figlia in un grave incidente, le regalò una grossa cifra per ringraziarla della cura con cui aveva trattato la ragazzina. Cifra che la Marchi investì in un autoveicolo, il che le consentì di potersi recare presso i parrucchieri e gli studi di estetista nei paesi limitrofi: così iniziò la sua carriera da estetista.
I primi negozi e l’attività da imprenditrice: gli insulti per vendere meglio
Forte dei contatti e dell’esperienza da estetista, che le ha consentito di imparare a “parlare alle persone”, Wanna apre i primi negozi fisici.
Attività che nel giro di pochissimo crescono fiorentemente grazie all’aggressiva abilità da venditrice della donna.
Wanna era famosa per gli “insulti” con cui approcciava i clienti, era anche capace di fermare le persone per strada criticandone l’aspetto e la cura dei capelli, invitandoli a recarsi da lei per risolvere il problema.
Un metodo discutibile ma che di fatto funzionava: i negozi erano pieni e le vendite andavano benissimo.
Le prime televendite di Wanna Marchi e gli inizi al Gran Bazar
Il destino tornò a bussare nuovamente e questa volta lo fece nei panni di un giovane promoter locale.
Il ragazzo si occupava di promozione porta a porta, facendo il giro dei negozi locali per vendere spazi pubblicitari presso una tv locale.
Un aspetto che, però, dobbiamo ben contestualizzare nel tempo.
La tv era una cosa “nuova“, una novità ancora non ben compresa.
Al tempo la promozione che tirava tanto era quella presso le radio, tanto quanto oggi si fa con i social, mentre la TV era uno strumento ancora incompreso e le televendite erano nate da pochissimo.
Wanna Marchi accettò e acquistò gli spazi per 3 giornate.
I primi fallimenti come televenditrice
Una cosa che molti non sanno è che Wanna, nei suoi primi tentativi come televenditrice, fu pessima: al suo primo tentativo non riuscì a vendere assolutamente nulla.
Il secondo tentativo non andò meglio e questo la portò a pensare, ironia della sorte, di non essere tagliata per questo mestiere.
Fu il terzo tentativo, più scoraggiata che mai, a portarla paradossalmente al successo: ma come?
La donna si propose allo schermo senza prodotti alla mano, vendendo se stessa e scusandosi per il fallimento delle altre giornate.
Cominciò così l’era di Wanna Marchi.
Come vendeva Wanna Marchi e cosa diceva alle persone: dalle alghe verdi agli scioglipancia
Il segreto di Wanna Marchi era in una vendita molto aggressiva, senza peli sulla lingua spronava l’acquirente a vedere il peggio di sé e a cercare immediatamente una soluzione: quella di Wanna.
E parliamo di insulti che poi son diventati quasi un’icona del personaggio, Wanna dava dei “lardosi” al pubblico, gli mostrava fette di grasso di vitello che faceva a pezzi in diretta paragonandolo al loro grasso addominale.
Famoso poi il suo “D’accordo??“, che divenne pure ritornello di una canzone.
E di grasso si parlava perché i prodotti di punta di Wanna Marchi erano i prodotti dimagranti, dalle creme di alga bianca che andavano spalmate su tutto il corpo agli “scioglipancia”.
La nascita degli scioglipancia, venduti prima ancora di esser inventati
Curioso è l’aneddoto sugli scioglipancia, un prodotto che Wanna Marchi reclamizzò prima ancora che fosse neppure inventato.
Le vendite degli “scioglipancia” andarono così bene che, nel cuore della notte, fu lei stessa a contattare l’azienda chimica con cui lavorava chiedendogli di inventare e fornire, a stretto giro, un prodotto da vendere a chi aveva già comprato.
Wanna Marchi era qualcosa che non si era mai visto prima, un tifone senza limiti che, però, di fatto vendeva. E vendeva pure tanto, parliamo di miliardi di lire al giorno in vendite.
L’incendio dell’azienda e i primi sospetti sulla malavita organizzata
Sia chiaro: che Wanna Marchi avesse relazioni con la malavita organizzata non è mai stato dimostrato e neppure è stata condannata per questo.
Ma alcuni sospetti al tempo nacquero soprattutto quando fu bruciata la sua attività, un danno da oltre un miliardo di lire in un periodo in cui sembra, da atti processuali, che la stessa avesse chiesto un prestito ad una persona dalle dubbie origini patrimoniali.
La prima crisi, il fallimento della Wanna Marchi srl e la prima condanna
Fu nel 1990 che Wanna Marchi affrontò i primi problemi giudiziari e furono proprio legati alla sua azienda principale: la Wanna Marchi srl.
Buchi di bilancio e ammanchi la portarono all’accusa per bancarotta fraudolenta, poi confermata in una condanna da un anno e un mese di reclusione.
Sembrava la fine di Wanna Marchi.
L’attività con Attilio Capra De Carré: la fenice torna dalle ceneri
Fu l’incontro con Attilio Capra De Carrè a riportare al successo Wanna Marchi. imprenditore di successo e uomo molto ammanicato con “i potenti” del tempo, tant’è vero che il suo nominativo fu trovato tra gli iscritti alla loggia massonica della P2.
Attilio Capra aprì un nuovo canale di vendita tramite le televendite con Wanna Marchi come prua della nave: fu un successo che riportò sulla vetta Wanna e la figlia Stefania.
L’incontro con Do Nascimiento
Fu proprio Attilio Capra a far conoscere loro Mario Pacheco, più conosciuto come Do Nascimiento.
Poco più che un cameriere ad una serata privata presso l’abitazione di Capra a Milano, ma fu più che sufficiente per creare una sinergia che portò poi all’esplosione di Wanna Marchi e Do Nascimiento.
Fu presentato come un santone con arti divinatorie conosciuto in un viaggio in Brasile, che aveva dato prova delle sue capacità anticipato alla Marchi quanto le sarebbe capitato nei 2 anni successivi, eventi poi verificatisi.
Il personaggio sembrava funzionare: la gente credeva a Do Nascimiento.
La relazione con Attilio Capra però, andrò in declino ben presto.
Wanna Marchi sostiene di averlo lasciato perché alcuni soci dello stesso le chiesero di separarsi e aprire una nuova attività.
Nasce Ascié srl: le prime trasmissioni con Do Nascimiento e la fortuna in vendita
Nel 1996 nasce Ascié srl, nome proposto proprio da Do Nascimiento come propizio.
Do Nascimiento che questa volta era socio dell’attività, così come anche Stefania.
L’obiettivo era sempre la vendita tramite televendite, ma questa volta il “core business” non erano più i prodotti dimagranti, ora si puntava esclusivamente sulla lotta al malocchio e sulla vendita della fortuna.
La magia di Nascimiento: i numeri fortunati al lotto
Il primo prodotto commercializzato fu proprio quello dei numeri fortunati, combinazioni di numeri sicure che avrebbero garantito una vincita al lotto.
Sembra strano, quasi assurdo, ma furono in tantissimi a chiamare e comprare.
Le cifre? Davvero da capogiro: una combinazione costava anche 300.000 lire, che paragonate al potere d’acquisto attuale sono superiori ai 300€.
Si svelò un’Italia credulona, ancora legatissima a vecchie credenze come il “malocchio”.
Le vendite fioccarono, ma l’ingordigia fece da padrona e il trio non si accontentò: volevano di più.
Rituali magici e prodotti fortunati contro il malocchio
La vendita dei numeri al Lotto ben presto divenne un’amo per acchiappare i clienti, non più il prodotto definitivo ma solo quello d’aggancio che avrebbe portato a dei followup per la vendita di tutt’altro a cifre decisamente più elevate.
Se 300.000 lire vi sembrano tante, sappiate che c’erano persone che spendevano anche centinaia di milioni pur di liberarsi del malocchio.
La tecnica era semplice: il cliente insoddisfatto chiamava perché i suoi numeri non erano usciti, anziché scusarsi l’operatore o l’operatrice scaricavano la responsabilità sulla persona.
Evidentemente lei ha il malocchio, dobbiamo toglierlo per far uscire i numeri.
Può sembrare assurdo, è comprensibile.
Come mai la gente credeva a queste cose? Come mai nessuno sospettava che fosse vittima di una truffa?
È difficile mettersi nei panni della vittima, ma bisogna rendersi conto che il contesto culturale era diverso, inoltre parliamo di veri e propri professionisti della persuasione.
Nelle testimonianze in aula alcune persone hanno citato frasi davvero raccapriccianti.
Lei vuole che sua figlia muoia? Per 20 milioni è disposta a lasciar morire sua figlia? C’è un terribile male in arrivo e lei non vuole fermarlo.
Il sale di Wanna Marchi: cos’era e come funzionava
Tra i vari prodotti fortunati, come amuleti e cristalli caricati dal mago Do Nascimiento, il vero successo arrivò con il “sale di Wanna Marchi”.
Insieme ai numeri fortunati veniva consegnata una bustina di sale da sciogliere in acqua praticando uno specifico rituale sviluppato proprio dal mago Do Nascimiento, rituale che avrebbe portato alla vincita al Lotto.
Quando la vincita non arrivava la domanda era immediata
Ma il sale si è sciolto?
Quando il sale non si scioglieva era immediata dimostrazione della presenza del malocchio che, facendo seguito alla strategia precedente, andava rimosso con amuleti costosissimi. Si partiva da 4 milioni fino a salire alle centinaia.
Wanna Marchi e Striscia la notizia: il servizio che pose fine all’era Marchi
Fosca Marcon è un nome che Wanna Marchi non dimenticherà mai nel corso della sua vita.
Fu proprio la telefonata di un operatore a Fosca ad innescare la catena di eventi che portò al crollo di Wanna Marchi.
E dove prese il numero di Fosca l’operatore? Da un vecchio registro dei tempi delle cure dimagranti, la donna difatti molti anni addietro aveva acquistato una crema dimagrante di Wanna Marchi e così era stata inserita nel database.
La proposta era semplice e già rodata: la vendita di numeri al Lotto vincenti per 300.000 lire.
Il problema fu che la donna denunciò la cosa a Striscia La Notizia e da lì partì l’indagine di un giovanissimo Jimmy Ghione.
La “trappola” di Striscia La Notizia e il vaso di pandora fu scoperchiato
Fa quasi ridere, ma l’inviato di Striscia non utilizzò alcun metodo di “spionaggio”, mise semplicemente il vivavoce al telefono e fece chiamare gli operatori da parte della donna.
La risposta fu quella prevista: Fosca aveva il malocchio perché il sale non si era sciolto, la soluzione era l’acquisto di un amuleto caricato dal mago alla modica cifra di 4 milioni di lire, sarebbe venuto un corriere a portare l’amuleto che avrebbe preso i soldi in contanti.
Il giorno della venuta del corriere la donna chiamò, con Jimmy Ghione nascosto in un’altra camera, per dire che aveva cambiato idea e che non se la sentiva.
Caso volle che proprio in quel momento c’era Stefania Nobile vicino all’operatrice, che prese la cornetta e rispose personalmente alla donna, anche insultandola.
Era tutto registrato, lo scandalo andò in tv con milioni di telespettatori e partirono le indagini della guardia di finanza.
Il castello di carte era crollato.
La fuga di Nascimiento e il processo in diretta tv
Do Nascimiento non ci mise molto a sentire puzza di bruciato e non nel giro di pochi giorni fuggì dall’Italia per tornare in Brasile, non si mise mai in contatto con Wanna Marchi e Stefania Nobile, né prese parte al processo.
Poco dopo la sua partenza avrebbe dovuto seguirlo un container che fu, però, fermato dalla polizia. Al suo interno oggetti di valore di tutti i tipi, da vasi a quadri e preziosi.
Le accuse di truffa. Come funzionavano i contatti? Quanto pagavano le persone?
Le testimonianze durante il processo furono numerose e dettagliatissime, c’era anche chi aveva versato più di 250 milioni di lire per togliersi il malocchio, distruggendo i risparmi non solo proprio ma anche dei cari più vicini.
Tutti avevano lo stesso modus operandi: i numeri non funzionavano, il sale non si era sciolto, questo era dimostrazione del malocchio che andava rimosso con gli amuleti, al prezzo di svariati milioni.
Dopodiché arrivavano le telefonate, anche una a settimana che preannunciavano un imminente e disastroso pericolo. Per scamparlo era necessario seguire un rituale o acquistare un amuleto, anche qui dal costo di svariati milioni.
Quando i numeri nuovamente non uscivano la risposta era semplice: il malocchio era potentissimo ed era necessaria un’operazione ancora più forte da parte del mago, al costo anche qui di vari milioni.
Si parla addirittura di miliardi in vendite.
Il processo fu trasmesso in diretta tv così come richiesto dalle due imputate, convinte, probabilmente, che la TV che le aveva messe su un piedistallo le avrebbe altrettanto difese.
Non fu così.
La carcerazione di Wanna Marchi e Stefania Nobile
Wanna Marchi e la figlia furono condannate, in cassazione, a 9 anni e 4 mesi di carcere, poco meno rispetto ai 10 anni di condanna in primo grado.
Una condanna inaspettata per le due, convinte che non avrebbero superato i due anni.
In carcere inizialmente furono recluse nella stessa cella, ma dopo furono separate e Stefania fu trasferita a Pisa.
La ritrovata libertà e il documentario Netflix
Nel 2015 le due donne sono state rilasciate e rimesse in libertà, furono vari i tentativi di tornare in tv ma sempre inefficaci.
Ci fu anche una possibile partecipazione all’Isola dei Famosi, ma le accesissime polemiche portarono la produzione a scartarle e vennero escluse.
Nel 2022 Netflix produce una docuserie dal nome “Wanna” sull’argomento.
Un documentario ben fatto, che però ha portato le due a forti critiche in merito a certe “omissioni” secondo quanto da loro dichiarato.
Pare sia previsto anche un libro proprio in seguito alla serie Netflix.
Cosa vendeva Wanna Marchi
I prodotti erano di tantissimi tipi, ma in origine fu la cosmetica ad attrarre la donna, settore in cui era molto competente e ferrata.
- Crema all’alga bianca a base di tarassaco ed alghe per il dimagrimento
- “Crema riducente” Scioglipancia
- Numeri fortunati
- Amuleti contro il malocchio
- Sale fortunato
A quanto ammonta il patrimonio di Wanna Marchi? C’è davvero un tesoro nascosto?
Negli anni del boom con i prodotti dimagranti, Wanna Marchi arrivò a guadagnare anche 1 miliardo di lire al giorno, anche se mediamente sembra vendesse 300 milioni di lire di prodotti quotidianamente.
Ma tra investimenti sbagliati e problemi di gestione arrivò la bancarotta.
Nel corso del processo la Guardia di finanza stimò i guadagni totali di Wanna Marchi e Stefania Nobile a ben 63 miliardi di lire.
3 curiosità su Wanna Marchi
Nel 1989 entra in classifica con il singolo “D’accordo?” inciso col gruppo Wanna Marchi & The Pommodores.
Il suo famoso “D’accordo?” è presente anche nella canzone “Ti sorrido mentre affogo” di Caparezza.
Nel 2017 avrebbe dovuto tenere un corso di formazione, insieme alla figlia, per gli aspiranti venditori presso l’istituto Volta di Bari. Le polemiche che ne seguirono portarono l’istituto a fare un passo indietro.
Fonte foto: Netflix Italia