Vi sono alcune particolari parole napoletane che derivano dal greco, e che sono entrate nella lingua ufficiale o parlata.
Il capoluogo campano, come ben si sa, è stato per molti secoli sotto l’influenza greca, quindi è normale che vi siano alcune parole che possono derivare direttamente da questa lingua.
Napoli è sempre stata una città molto importante nel mondo della Grecia antica, diventando un centro di scambi commerciali e culturali di grande livello. Visitando alcune zone della città partenopea si vedono ancora le tracce di questa importante civiltà. Napoli e le sue sfumature dimostrano questa sua complessità, anche in un dialetto formatosi in seguito alle molte influenze culturali con le quali il popolo napoletano si è incontrato e scontrato nel corso dei secoli.
La lingua, come il dialetto, è una cosa viva. Così si sono evolute le parole napoletane
Il dialetto napoletano è un’entità in continua evoluzione, perché la cultura si arricchisce di giorno in giorno creando dei neologismi. Questo perché comunque per rimanere in vita è necessario che incorpori nuovi termini.
Napoli non ha vissuto solo momenti di pace, ma ha dovuto conoscere anche la guerra e le invasioni, quindi anche la storia stessa ha influito pesantemente nella formazione del dialetto andando ad attingere dallo spagnolo, dal francese, dall’arabo, dal latino e dal greco. Quest’ultima lingua ha lasciato un segno profondo nel popolo napoletano, sia nello stile di vita che nella cucina del suo popolo.
Dalla Grecia antica le parole napoletane della cucina
La cucina è da sempre un elemento importante nella vita di un popolo, sia per la cultura che essa esprime sia perché nutrirsi significa poter continuare a far progredire la società. In napoletano, vi sono alcuni termini che sono stati mutuati direttamente dalla lingua ellenica, come per esempio il purtuallo (l’arancia), derivante dalla parola greca portokalos e la crisommola, un frutto molto gustoso.
Altro famoso termine napoletano, il verbo accattare, era utilizzato per i beni di prima necessità per preparare le pietanze, che venivano appunto “accattati” (comprati). La parola deriva dal greco ktaomai nella puteca che i loro avi chiamavano apotheke.
Sono molte altre le parole napoletane che derivano dal greco
Il vaso da notte che in napoletano si chiama cantaro deriva direttamente dal greco kantaros e un altro termine molto conosciuto è la ciofeca, che deriva da kofos e che significa ‘cosa sgradevole’. Anche pazzeare, termine molto noto, deriva dal greco paizo. Anche al modo di dire ‘pigliar pere’, un po’ meno conosciuto, è qualcosa che ricorda il prende fuoco.