Terremoto nei Campi Flegrei, non c’è nessun rischio di eruzione
L’ombra del Vesuvio proietta una storia millenaria sul suolo di Napoli, tra bellezze naturali e potenziali pericoli. Recentemente, qualche scossa ha fatto tremare non solo la terra, ma anche gli animi della popolazione.
Questo articolo ha il fine di separare i fatti dalla finzione, offrendo un punto di vista scientificamente fondato per mettere in prospettiva gli ultimi eventi sismici nella zona della Solfatara.
Cosa sappiamo sull’aumento dell’attività sismica
I recenti terremoti nell’area dei Campi Flegrei, in Italia, sono un evento per molti preoccupante, ma non vi sono indicazioni che le stesse siano un precursore di un’eruzione vulcanica.
La scossa più forte, di magnitudo 4.2, si è verificata il 27 settembre 2023 alle 3:35. È stata avvertita in maniera chiara in alcuni quartieri del capoluogo partenopeo, come Fuorigrotta, Bagnoli e Pozzuoli. L’ipocentro è stato localizzato a circa 3 chilometri di profondità.
La scossa è stata preceduta da un’intensa attività sismica, con oltre 80 eventi di magnitudo inferiore a 3,2. Questa attività sismica è iniziata il 26 settembre.
Un evento che ha fatto sollevare più di un sopracciglio tra la gente. Ma prima di pensare all’apocalisse, è utile contestualizzare. Gli esperti concordano: queste scosse, seppur meritevoli di attenzione, non sono i campanelli d’allarme di un disastro imminente.
Che cos’è il bradisismo
In salsa napoletana, il termine bradisismo rappresenta un “ballo lento” del terreno. Si tratta di movimenti ascendenti e molto graduati della crosta terrestre, che talvolta portano con sé episodi sismici di bassa entità.
Il bradisismo è un fenomeno geologico che coinvolge movimenti verticali del suolo, generalmente lenti e graduati. Questi spostamenti possono essere sia di sollevamento che di abbassamento e si verificano su periodi di tempo che vanno da mesi a anni. Il fenomeno è spesso correlato a variazioni nel livello di fluidi magmatici o idrotermali nel sottosuolo e può essere accompagnato da episodi sismici solitamente di bassa magnitudo.
Nell’area vesuviana e in particolare nei dintorni della Solfatara, il bradisismo è un fenomeno noto e studiato. Qui, si manifesta prevalentemente come un lento sollevamento del terreno. Sebbene possa generare preoccupazione, soprattutto se associato a scosse sismiche, è importante notare che il bradisismo di per sé non è generalmente un indicatore di imminenti eruzioni vulcaniche o terremoti di grande magnitudo.
L’esperienza negli anni ’80
Per chi ha vissuto a Napoli negli anni ’80, il bradisismo non è certo una novità. Letti che si muovono appena, sensazioni di un leggero dondolio: la vita quotidiana incorporava questi fenomeni senza troppa apprensione.
È come una canzone già sentita, che torna ogni tanto alla ribalta.
Tra il 1983 e il 1984 il bradisismo fu molto attivo, per poi terminare la sua attività dopo circa due anni. Attività che ora sembra ripresa con un andamento molto simile a quello precedente.
Le dichiarazioni di Doglioni, presidente dell’INGV: ci sarà davvero una eruzione?
Hanno fatto molto scalpore le recenti dichiarazioni di Doglioni, presidente dell’INGV, le quali hanno creato vari allarmi su una possibile eruzione.
Per i Campi Flegrei ci sono due possibili scenari. Lo scenario meno critico è una situazione analoga alla crisi del 1982-84 durata 2 anni poi si è fermata. Lo scenario più critico è un’eruzione come quella del Monte Nuovo”
Carlo Doglioni
Affermazioni che hanno, giustamente, fatto rizzare qualche capello, ma bisogna far attenzione alle parole usate: gli scenari non sono equiprobabili, questo significa che non è un 50 e 50, un semplice tiro di moneta col fato.
La possibilità di una eruzione è assolutamente minima, così come è minima la probabilità che un palazzo crolli perché ci si è appoggiati ad un muro con la mano.
Dal punto di vista scientifico parlare di scenari possibili non significa parlare di cose che effettivamente accadranno, ma di scenari che hanno una qualche probabilità di avvenire dalla più infinitesimale al quasi certo.
A confermarlo basta vedere le dichiarazioni di soli 5 giorni prima. Come riporta il Corriere della Sera, lo stesso Doglioni, infatti, affermava:
Non abbiamo elementi che ci possano portare a dire che ci sarà una eruzione, però ci sarà un aumento della sismicità.
Carlo Doglioni
Il rischio sismico è concreto?
La scienza infatti ci sta dicendo “non vi angosciate, aspettate un attimo”. I sismografi, le nostre “antenne” per captare i movimenti della Terra, non hanno registrato un rischio sismico o vulcanico elevato.
L’unico terremoto di recente che è stato rilevato è quello di magnitudo 4.2, ma anche questo è da incorniciare in un contesto geologico più ampio e non associato a un’imminente catastrofe.
Il terremoto infatti è stato sì rilevato dai sismografi sul Vesuvio, ma in una misura minima, proprio a conferma del fatto che si trattava di bradisismo molto localizzato.
Le scosse precedenti non sono neppure arrivate ai sismografi sul Vesuvio.
Perché non bisogna dare ascolto ai singoli in cerca di fama?
In un’era di informazione istantanea, non mancano mai gli “esperti da tastiera” pronti a seminare panico e confusione. Spesso, come già capitato durante la scorsa Pandemia, si tratta anche di singole figure autorevoli, così come infatti sarà capitato a tutti di sentire qualcuno dire “Legga cosa ha detto tizio o caio“.
Ma come già dimostrato, si tratta molto spesso di figure che cavalcano il momento alla ricerca di fama, notorietà e facili consensi.
Ma in temi così delicati, è fondamentale basarsi su ciò che la comunità scientifica globale ha da dire. Sono questi gli individui e le organizzazioni che studiano, analizzano e monitorano costantemente il nostro pianeta, armati di dati e di metodo scientifico in una collaborazione globale.
Il singolo può dire tanto, ma ad essere rilevante è ciò che vien detto e verificato con dati alla mano.