Ballando con le stelle vs Governo: l’ordine di rendere pubblici voti. Cosa succede

Milly Carlucci mentre presenta Ballando con le Stelle

Il caso dei voti nell’ultima edizione di Ballando con le stelle, vinta da Luisella Costamagna, torna alla ribalta. La controversia riguarda le votazioni social per gli artisti in competizione. La Commissione per l’accesso alla Presidenza del Consiglio ha accolto il ricorso presentato a dicembre dal Codacons e dall’Associazione Utenti dei Servizi Radiotelevisivi, ordinando alla Rai di rendere pubblici tutti gli atti relativi ai voti del pubblico.

La vicenda nel dettaglio

In seguito alla vittoria contestata di Luisella Costamagna, il Codacons e l’Associazione Utenti dei Servizi Radiotelevisivi hanno presentato una formale richiesta di accesso alla Rai per conoscere i risultati delle votazioni del pubblico raccolti tramite i social network. Questa richiesta, come spiega il Codacons, è stata motivata dalle numerose richieste di intervento da parte dei telespettatori.

A quanto pare, però, la Rai ha rifiutato di fornire quanto richiesto, sostenendo che le associazioni non avessero alcuna competenza legale per mettere in discussione la legittimità e la trasparenza della programmazione del servizio pubblico.

Il provvedimento della Presidenza del Consiglio

La Presidenza del Consiglio dei Ministri ha respinto il rifiuto della Rai, ritenendo fondato il ricorso presentato dalle due associazioni in relazione agli interessi dei consumatori che esse rappresentano. Il provvedimento mira a garantire il rispetto della trasparenza e della regolarità delle operazioni di voto, in conformità con le disposizioni dell’Agcom sul televoto.

La Commissione ha quindi ordinato alla Rai di riesaminare la richiesta e di mostrare alle due associazioni i documenti richiesti.

“Questa decisione rappresenta un duro colpo per la Rai, che ora dovrà rendere pubblici tutti i documenti riservati su ‘Ballando con le stelle'”, afferma il presidente del Codacons, Carlo Rienzi. “Inoltre, il provvedimento punisce l’arroganza della rete e dei suoi dirigenti, che inspiegabilmente negavano la dovuta trasparenza ai cittadini che finanziano la Rai attraverso il canone”.

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