Super Green Pass obbligatorio sul posto di lavoro: ecco regole e multe
Dal 15 ottobre 2021 il Green Pass sarà obbligatorio in tutti i luoghi di lavoro e l’Italia sarà il primo paese europeo a prevedere questa disposizione.
La decisione è stata presa dal Governo in confronto con i leader dei sindacati, un confronto che si è rivelato essere molto duro, ma che ha visto il Presidente del Consiglio Mario Draghi proseguire imperterrito con il decreto.
Dunque, dal 15 ottobre al 31 dicembre tutti i dipendenti pubblici e privati dovranno essere in possesso del Green Pass per potersi recare nei proprio luoghi di lavoro.
Per chi è l’obbligo del Super Green Pass
Dovranno possedere il Green Pass coloro che lavorano nelle amministrazioni pubbliche, il personale delle Autorità amministrative indipendenti, anche la Commissione nazionale per la società e la borsa e la Commissione di vigilanza sui fondi pensione, della Banca d’Italia, degli enti pubblici economici e degli organi di rilievo costituzionale Inoltre, l’obbligo è valido per tutti coloro che lavorano presso le amministrazioni, anche sulla base di contratti esterni.
Per quanto riguarda il settore privato, il Green Pass è obbligatorio per tutti coloro che lavorano nel settore privato è fatto obbligo. Vale anche per lavoratori autonomi e badanti.
Obbligo per lo smart working
Chi è in smart working deve essere in possesso del Green Pass? Non c’è ancora una linea precisa in tal senso, ma l’intenzione del Governo è quella di far capire che la mancanza della certificazione non è un motivo per lavorare da casa da remoto. Si specifica che, se il datore di lavoro chiede ad un lavoratore di lavorare in smart working, allora non può richiedere il Green Pass poiché serve ad entrare nel posto di lavoro e non a lavorare in sè.
I soggetti esentati
Non hanno l’obbligo i soggetti esenti dalla campagna vaccinale in possesso di un’idonea certificazione medica.
Anche i bambini sotto i 12 anni non sono obbligati a possedere il Green Pass, così come chi ha ricevuto il vaccino ReiThera (sia una sia due dosi) durante il periodo di sperimentazione Covitar. Inoltre, chi per comprovati motivi di salute non può ricevere il vaccino, dovrà esibire un certificato con un QRCode in corso di predisposizione.
Il controllo del Green Pass sul luogo di lavoro
A controllare il possesso del Green Pass nei luoghi di lavoro pubblici e privati sarà un responsabile delle verifiche che sarà un capo ufficio o un capo reparto, scelto dai vertici così come già accade per le scuole e le Università. Dovrà anche controllare che l’identità del lavoratore corrisponda a quella indicata sul Green Pass.
Il datore di lavoro deve organizzarsi entro il 15 ottobre ed ogni amministrazione ed azienda è indipendente nel fare controlli anche a campione. Devono essere fatti ad almeno il 20% dei dipendenti con priorità al momento dell’accesso al luogo di lavoro.
Multe salate e sospensione dal lavoro
Chi non avrà il Green Pass incorrerà in multe molto salate, ma i lavoratori non saranno licenziati. Si tratta delle stesse sanzioni previste per il mondo della scuola: chi non ha il Green Pass sarà considerato assente ingiustificato e la multa varierà tra i 600 ed i 1500 euro, con la possibilità di aumento in caso di falsificazione della Certificazione Verde. In questo caso si può anche denunciare il lavoratore.
Dopo 5 giorni di assenza ingiustificata, scatta la sospensione e non saranno pagati retribuzione ed altri compensi, neanche la componente previdenziale.. Si può riaccedere al posto di lavoro solo se si entra in possesso del Green Pass.
Il datore di lavoro che non si organizza entro il 15 ottobre può incorrere in una multa tra i 400 e i 1000 euro.
Green Pass obbligatorio per tutti per incrementare i vaccini
L’estensione dell’obbligo del Green Pass è stata decisa per favorire ancora di più l’aumento delle vaccinazioni, che in questo periodo procedono a rilento. Un obiettivo importante soprattutto in vista dell’inverno e dell’arrivo delle temperature fredde che potrebbero causare un riacutizzarsi della pandemia da Covid.
Si spera, così di raggiungere un numero molto alto di persone immunizzate in poco tempo, circa 3-4 settimane, per far sì che l’Italia entri in una “zona di sicurezza“. Una sorta di “immunità sociale”.
Al momento i vaccinati in Italia sono 44 milioni, su 54 milioni di vaccinabili, mentre sono 39 milioni le persone che hanno ricevuto entrambe le dosi.