Roberto Spada: libero il boss della testata, fuochi d’artificio a Ostia

roberto spada dà una testata al giornalista di NEMO

Una scena da brividi: ieri sera a Ostia, l’uscita di prigione del boss Roberto Spada è stata festeggiata con applausi e fuochi d’artificio.

Fuochi d’artificio, applausi e urla in strada per festeggiare il rilascio di Roberto Spada, il boss mafioso che, nel 2017, aggredì il giornalista Daniele Piervincenzi.

La scena, davvero da brividi, è avvenuta domenica 2 ottobre 2022, due giorni dopo che l’uomo è stato liberato dal carcere di Tolmezzo per aver “scontato la pena“, anche se in ballo ci sono ancora diversi procedimenti giudiziari, per i quali si dovrà attendere che si pronunci la Cassazione.

Il video della testata che Roberto Spada diede a Daniele Piervincenzi

Come sono andati i festeggiamenti a Ostia per la scarcerazione

I fuochi d’artificio, con i quali la comunità ha festeggiato la liberazione di Roberto Spada, sono stati fatti esplodere in piazza Gasparri, una delle piazze più importanti di Ostia.

Nel novembre del 2017, il boss mafioso aveva aggredito Piervincenzi, che allora lavorava per la trasmissione Nemo-Nessuno escluso, condotta dall’ex iena Enrico Lucci, e il video aveva fatto il giro del mondo, suscitando ovunque pesanti critiche.

Spada, per il fatto, nel 2018 era stato condannato a sei anni di carcere più un anno di libertà vigilata.

I giudici della corte d’appello di Roma avevano poi confermato la sentenza di primo grado, anche nella parte in cui la Procura aveva contestato l’aggravante del metodo mafioso.

La corte, oltre al carcere, aveva condannato Spada anche a un risarcimento a favore della Federazione Nazionale della Stampa, dell’Ordine dei Giornalisti, del Comune di Roma e della Regione Lazio.

Roberto Spada è solo l’ultimo della serie: l’altra celebrazione scioccante che fece parlare Roma

Il caso di Roberto Spada è solo l’ultimo di una serie che vede i boss mafiosi, a Ostia così come a Roma, celebrati e osannati come eroi.

Tra i più eclatanti, e che fecero scalpore, ci fu anche Vittorio Casamonica, che nel 2015, quando morì, venne celebrato con un funerale per le vie della città di Roma che sollevò una marea di critiche.

Tanti infatti vi si opposero, inclusa la Chiesa, ma ciò non bastò a fermare il corteo funebre che avrebbe reso la Città Eterna tristemente famosa per il suo atteggiamento (fin troppo morbido) nei confronti della mafia.

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