"Ricorda con rabbia" al Teatro Bellini: la "rabbia" di ieri e di oggi secondo Luciano Melchionna [Recensione]
“Ricorda con rabbia” di John Osborne al Teatro Bellini di Napoli. Uno spettacolo del 1956 sulla generazione dei “giovani arrabbiati”, che ha preannunciato i nostri tempi
Tre giovani trascorrono una tediosa e grigia domenica pomeriggio in una piccola soffitta stracolma di elettrodomestici. Sono Jimmy Porter e il suo amico Cliff, che cercano di ingannare il tempo leggendo e commentando le notizie su un giornale, ed Alison, moglie di Jimmy, che non fa altro che stirare e svuotare lavatrici.
Dopo questa statica scena iniziale Jimmy Porter comincia a lamentarsi e ad arrabbiarsi, a polemizzare su qualsiasi aspetto della sua vita e sul mondo che lo circonda. Nulla per Jimmy Porter va come deve andare. Ha sposato una moglie che ama ma che considera “pusillanime” ed incapace di far tutto, persino di pensare, e non perde occasione per ricordarglielo. Il suo amico Cliff, l’unico che gli è rimasto, è insignificante e fastidioso. Il suo lavoro è insopportabile. Ha una bancarella di dolci al mercato, proprio con il suo amico e coinquilino Cliff, ma ogni scusa sembra buona per voler abbandonare tutto, senza voglia di ricominciare. L’amica di sua moglie Alison, Helena, è una donna snob e superficiale che lui odia più di ogni altra cosa, specialmente quando decide di diventare la nuova coinquilina. La sua casa, la loro casa, è una “tana” ricavata da una soffitta/magazzino di un negozio di elettrodomestici, dove sono costretti a vivere tra lavatrici, frigoriferi e ferraglia. L’unica abitazione che si possono permettere vista la precarietà economica alla quale sono costretti.
Un dramma contemporaneo? No, è lo spettacolo messo in scena da Luciano Melchionna e tratto da una celebre commedia inglese anni ’50 di John Osborne, Look back in anger, Ricorda con rabbia (al Teatro Bellini fino al 15 dicembre), ma che potrebbe essere stata scritta ieri.
Per due ore si assiste ai dialoghi di questi quattro giovani, ma soprattutto ai monologhi arrabbiati di Jimmy Porter, che scaglia le sue parole piene di ira contro il mondo intero, contro l’arroganza e l’ipocrisia della società dell’epoca, contro una condizione costante di precarietà, di smarrimento, e di mancanza di prospettive. Alcune frasi racchiudono il senso della sua rabbia irrazionale e furiosa, della sua frustrazione e della sua sofferenza: “Perchè il passato ci ha rubato tutte le passioni?”, “Perché non facciamo un giochino? Facciamo finta che siamo esseri umani e che siamo vivi. Solo per un po’. Cosa ne dite?”.
La rabbia di Jimmy è la rabbia di tutti. E’ la rabbia del loro passato e del nostro presente, di chi come Jimmy “è nato in un’epoca che non è la sua”, e viene tacciato di indifferenza verso tutto e tutti, anche nei confronti di chi si ama.
Look back in anger diventò il manifesto della generazione dei “giovani arrabbiati”. Ma ha preannunciato i nostri tempi, quelli di chi ancora oggi non è soddisfatto della propria vita, di chi non vede un futuro all’orizzonte, di chi è costretto a rinunciare alla vita desiderata per arrivare a fine mese, mettendo da parte sogni e speranze.
Siamo tutti Jimmy Porter, siamo tutti impotenti, stanchi e annoiati. Abbiamo tutti una gran voglia di urlare, per svegliare gli altri, ma principalmente noi stessi, dall’indifferenza in cui siamo piombati.
Daniele Russo e Stefania Rocca sono ancora in scena al Teatro Bellini con Ricorda con rabbia di Luciano Melchionna (Qui info su date, orari e prezzi)