Preparare i taralli napoletani | Cucinare alla napoletana – Rubrica
I taralli napoletani: frutto della tradizione culinaria napoletana.
I taralli napoletani sono anche definiti “taralle ‘nzogna e pepe” (taralli sugna e pepe) a richiamare gli ingredienti principali.
Come avrete modo di scoprire nella nostra rubrica “Cucinare alla Napoletana” molte delle ricette partenopee impiegano degli ingredienti poveri e tendono ad adottare l’arte del riciclo senza sprecare nulla, ma ottenendo sempre e comunque dei risultati eccezionali ed unici nel loro genere.
I taralli, nello specifico, a Napoli alla fine del ‘700 venivano prodotti a partire dai residui dell’impasto del pane e per conferire maggiore sostanza e gusto furono aggiunti alla ricetta la sugna, le mandorle ed il pepe. Era il pasto ricco dei poveri.
Oggi, invece, molteplici sono i produttori di eccellenza napoletani che sfornano quantità industriali di taralli realizzati con prodotti selezionati, d’eccellenza e con maggiore digeribilità rispetto al passato.
Ingredienti
600 gr. di farina
150 gr di sugna1
1 cubetto di lievito di birra
300 gr di mandorle pelate
Sale e pepe q.b.
Preparazione
Disponete la farina a fontana, al centro sciogliete il lievito con acqua tiepida, unite poi la sugna, il sale ed abbondantemente il pepe.
Lavorate energicamente la pasta con le mani e un po’ alla volta unite la metà delle mandorle (anche spezzate a metà).
Dopodiché ricavate dall’impasto dei bastoncini del diametro di circa ½ centimetro e lunghi circa 15 cm.
Attorcigliatene due alla volta su se stessi e richiudeteli conferendogli la forma tipica dei taralli.
Disponeteli su una tovaglia infarinata e fateli lievitare per un’ora e mezza senza coprirli.
Trascorso questo tempo ponete sopra ogni tarallo le mandorle rimaste (2 o 3 per tarallo).
Infornate per circa 25 minuti in forno preriscaldato a 200 gradi. Poi lasciate riposare per un po’ ed inserite nuovamente in forno per altri 20 minuti per “essiccare” o meglio “biscottare” allo scopo di eliminare l’umidità dell’impasto e rendere il tarallo più friabile e gustoso al palato.
I taralli, se conservati in contenitori o buste chiuse ermeticamente, si conservano per diversi giorni.
I taralli nella Smorfia Napoletana fanno 70 e sono così entrati a far parte della vita di tutti i Napoletani che quando qualcosa finisce a buon fine affermano: “E’ fernute a tarallucce e vino”.
Note
1E’ un grasso alimentare che permette all’impasto di lievitare meglio e conferisce ad esso maggiore fragranza perché ne facilita la cottura interna. Viene spesso sostituito all’olio per le cotture in forno perché presenta un punto di fumo alto prestandosi bene a tale genere di preparazioni.