Reddito di cittadinanza: obiettivi, com’è andato e lo stop dal 2024
Il Reddito di cittadinanza nasce come sostegno economico per tutte quelle famiglie che nel periodo del Covid sono entrate in serie difficoltà economica. Gli ultimi anni sono stati molto duri e sofferti per la maggior parte dei cittadini italiani e lo Stato ha provveduto ad un sostentamento utile ed importante. Qualcosa però potrebbe cambiare con il nuovo governo guidato da Giorgia Meloni.
Vediamo i dettagli insieme.
Cos’è il Reddito di cittadinanza
Il Reddito di cittadinanza è un provvedimento politico nato per far fronte alle serie difficoltà che ogni famiglia italiana deve superare.
Nello specifico, si tratta di un sistema per contrastare la povertà, la disuguaglianza e l’esclusione dal lavoro.
Qual è lo scopo del Reddito di cittadinanza
Tale misura è stata adottata poco prima della pandemia da Covid-19 in cui molte famiglie si sono trovate in seria difficoltà a sopravvivere.
Lo scopo di tale provvedimento è quindi quello di sostenere a livello economico i beneficiari e aiutarli ad un reinserimento lavorativo, nel caso in cui fossero in un totale stato di disoccupazione, o ad un’integrazione salariale nel caso in cui sussista una condizione lavorativa preesistente che non consente di uscire dallo stato di povertà.
Quali sono i requisiti: chi può richiedere il Reddito di cittadinanza
Trattandosi di sostegno a carico dello Stato, è necessario avere dei requisiti per poter fare domanda. Scopriamoli insieme.
- Bisogna aver compiuto 18 anni d’età anagrafica;
- E’ necessario essere cittadini italiani, europei o lungo soggiornanti. In questo ultimo caso è indispensabile aver risieduto in Italia per almeno 10 anni e gli ultimi due in modo consecutivo;
- Non bisogna essere sottoposti a misure cautelari da almeno 10 anni dalla richiesta;
- Non superare una soglia specifica nell’ISEE (di cui ci occuperemo nel paragrafo seguente);
- Non bisogna essere in possesso di un veicolo immatricolato negli ultimi 6 anni e che superi i 1600 cc di cilindrata.
Quanto non si deve superare con l’ISEE
Come abbiamo detto poco sopra, uno dei requisiti per presentare la domanda per il Reddito di cittadinanza è l’ISEE. Quest’ultimo segue dei parametri ben precisi e intendiamo 9.360 euro all’anno. All’interno del conteggio farà parte anche il patrimonio mobiliare, il cui tetto massimo è di 6.000 euro.
Inoltre, verrà preso in considerazione il patrimonio immobiliare in cui si verificherà che non superi i 30.000 euro.
Quante persone hanno il Reddito di cittadinanza?
Secondo i dati forniti dall’INPS, da gennaio a luglio 2022, i beneficiari (intesi come nuclei familiari) del Reddito di cittadinanza sono stati 1.61 milioni. Essi si traducono in 3.52 milioni di persone coinvolte in tale sussidio.
I calcoli fanno emergere che:
- 2.17 milioni di beneficiari sono cittadini italiani;
- 226.000 sono cittadini extracomunitari con il regolare permesso di soggiorno UE;
- 88.000 sono cittadini europei;
- 5.000 sono familiari delle categorie precedentemente elencate.
A quanto ammonta il Reddito di cittadinanza?
Dire un importo esatto del Reddito di cittadinanza non è facile poiché il valore che verrà emesso rispetta dei parametri ben precisi e diversi per ogni singolo caso.
Possiamo però affermare che la somma mensile corrisponde a un dodicesimo del valore totale annuale. In generale, si tratta di un’integrazione che varia dai 480 ai 9360 euro annui.
In cosa si può spendere il Reddito di cittadinanza? Si può cumulare?
Questa è una delle tante domande che ci si pone maggiormente.
Partendo sempre dal presupposto che si tratta di un sostegno, di un aiuto, è bene tener presente che si deve impiegare il denaro per i beni di prima necessità.
Si potrà dunque fare la spesa, acquistare beni per la cura della persona, pagare le bollette, l’affitto o il mutuo, ma si può impiegare anche per quello che concerne l’istruzione dei propri figli.
La legge in materia è molto chiara circa l’utilizzo del denaro ricevuto dai beneficiari del Reddito di cittadinanza. I soldi, che verranno accreditati su apposita carta dovranno essere spesi entro il mese successivo e non potranno essere accumulati.
Nel caso in cui il danaro non venisse impiegato fino alla data della successiva erogazione, il beneficiario perderà il 20% del sussidio economico.
Quanto tempo dura il Reddito di cittadinanza?
Il Reddito di cittadinanza inizia ad essere erogato dal mese successivo alla domanda presentata e ha una validità massima di 18 mesi. Terminato tale periodo può essere rinnovato previa nuova domanda. Tra una domanda e l’altra ci sarà un mese di sospensione del servizio.
Quali lavori vengono proposti? E’ possibile rifiutarli?
Iniziamo subito con il sottolineare un aspetto importante: a coloro cui spetta il Reddito di cittadinanza verranno proposti dei lavori che dovranno essere congrui con le capacità e competenze del lavoratore. In generale, i settori principali sono quello sociale, culturale, artistico, formativo, ambientale e la tutela dei beni comunali.
I singoli progetti dovranno seguire le esigenze dei singoli comuni e dovranno proporre una mansione che andrà ad integrare e supportare un lavoro normalmente svolto.
Per quanto riguarda il secondo quesito, la risposta è sì: si può rifiutare una proposta di lavoro. Chiaramente però, il provvedimento del Reddito di cittadinanza verrà sospeso, al secondo rifiuto, se non vi è una valida e concreta ragione.
Com’è andato il Reddito di cittadinanza da quando è stato avviato?
Le contraddizioni del Reddito di cittadinanza: critiche e criticità emerse
Sono state molte le critiche sul Reddito di cittadinanza da quando è entrato in vigore e di seguito ve le riportiamo.
- Ha avuto e sta avendo un costo elevato;
- Sono state rilevate migliaia di truffe;
- Nasce come strumento per combattere la povertà, ma ciò non è avvenuto;
- E’ stato un fallimento come politica attiva del lavoro. In buona sostanza sono stati pochissimi beneficiari del servizio ad aver trovato un lavoro dignitoso e ad essere assunti.
Non sono solo emerse delle critiche in tema, ma anche delle criticità non da poco.
- La prima fra tutte è il problema che molti hanno preferito autoescludersi dal servizio nonostante avessero tutti i requisiti per richiederlo e questo capita molto spesso;
- L’obbligo di spendere tutto il denaro entro la fine del mese. Questa regola è stata considerata fuori da ogni logica perché c’è sempre la necessità di dover far fronte a delle spese impreviste e non mensili;
- Sono stati esclusi coloro che hanno subìto una condanna penale e non sono passati 10 anni dal provvedimento;
- Vengono maggiormente valutati e presi in considerazione i singoli piuttosto che le famiglie.
Come volevano modificarlo quelli del Movimento Cinque Stelle e il PD?
Il Movimento Cinque Stelle è stato sempre un grande promotore del Reddito di cittadinanza, ma durante la campagna elettorale aveva promesso che avrebbero modificato alcuni aspetti. Infatti, si pensava di rafforzarlo su due fronti: da una parte introducendo delle misure più efficienti per il sistema delle politiche attive, mentre dall’altro introducendo un monitoraggio delle truffe.
Per quanto riguarda il PD, aveva evidenziato tre proposte:
- rivedere i criteri del funzionamento del Reddito ci cittadinanza, poichè ad ora penalizza le famiglie numerose con a carico dei minori;
- ridurre gli anni di residenza nel nostro Paese (ad oggi sono 10) per accedere alla domanda al sussidio;
- conservazione di una parte del denaro nel caso in cui i beneficiari trovino lavoro. In questo modo non si andrebbe a disincentivare la ricerca di un impiego.
La Meloni toglierà il Reddito di cittadinanza? Facciamo il punto
Cosa ha dichiarato la Meloni in campagna elettorale e di recente sul Reddito di cittadinanza?
Con la salita al Governo di Giorgia Meloni, molti italiani si stanno chiedendo cosa ne sarà del Reddito di cittadinanza. La leader ha affermato che secondo lei la povertà non può essere combattuta con l’assistenzialismo e di conseguenza il sussidio in auge sino ad ora verrà sostituito.
Al momento però, non si sa ancora con cosa.
La Meloni ha assicurato che qualsiasi provvedimento verrà preso in sostituzione del Reddito di cittadinanza dovrà essere molto più efficace a livello di inclusione sociale e di inserimento nel mondo del lavoro.
Per quanto tempo rimarrà il Reddito di cittadinanza?
L’idea di abolizione del Reddito di cittadinanza è stata un progetto non concretizzato fino al 22 Novembre, quando è stato confermato lo stop nel 2024. Si è ipotizzato che con l’arrivo del nuovo anno, 2023, ci potesse essere uno stop definitivo, ma nell’intervista di Claudio Duringon al Corriere della Sera questa eventualità pare esser stata scartata in funzione di un rinnovo in forma ridotta, dichiarazione poi confermate dal consiglio dei ministri di fine novembre.
A chi rimarrà il Reddito di cittadinanza?
Il nuovo Governo sta trattando molto l’argomento del Reddito di cittadinanza. L’idea emergente però è quella di eliminare il sussidio a tutti coloro che sono in grado di trovare un lavoro e di lavorare, mentre la categoria dei più “fragili” potranno beneficiarne ancora.
Giorgia Meloni ha ammesso che ci sono alcune categorie a cui il Reddito di cittadinanza spetta senza troppe remore e tra di esse troviamo invalidi, pensionati in difficoltà e genitori con a carico figli minori che sono privi di reddito.
Per tutti gli altri il sussidio non è di certo la soluzione.
Come sarà il nuovo Reddito di cittadinanza
Molti italiani sono seriamente preoccupati sulle sorti del sussidio del Reddito di cittadinanza e questo è uno degli argomenti più discussi in questi ultimi giorni. Il governo Meloni propone infatti alcune ipotesi tra cui quella di mantenere il sussidio per i beneficiari sopra elencati, mentre il restante destinarlo ad altre misure.
Un altro punto che sottolinea la Meloni è quello di diminuire le volte in cui un soggetto può rifiutare un posto di lavoro (ad oggi siamo a due no possibili prima di perdere il sussidio). In merito però si sta anche cercando di modificare un ulteriore elemento, ossia la proposta di impiego dovrà essere più affine alla capacità e alla competenza del singolo.
Infine, si crede che sia necessario un incentivo ai corsi di formazione, accompagnamento e aggiornamento per tutti coloro che sono in grado di lavorare.
Ipotesi sul futuro del Reddito di cittadinanza
Con l’instaurarsi del nuovo Governo Meloni, vi erano solo tre strade future per il Reddito di cittadinanza:
- l’abolizione,
- la promozione con rinnovo (improbabile)
- o la riforma con forti riduzioni, che al momento sembra essere la scelta più supportata.
Ci sono ancora troppe famiglie in seria difficoltà economica e quindi è necessario un appoggio da parte dello Stato, che è stato confermato solo per il 2023.
Decadimento del dirotto con un solo rifiuto nel 2023
Con l’intervista del sottosegretario Claudio Durigon arrivarono nuove indiscrezioni sul Reddito di Cittadinanza del Governo Meloni, poi confermate.
I punti essenziali:
- Decadimento del diritto al reddito già dal primo rifiuto di un’offerta di lavoro congrua
- Privilegio con scadenza, probabilmente a tappe (che approfondiremo tra poco)
- Maggiori politiche di reintegro al lavoro
- Gestione sul territorio da parte dei comuni e non dell’INPS
- Più soldi per Quota 102
Come funzioneranno le tappe temporali per la scadenza del reddito?
Di base l’idea è la seguente:
- se dopo 6 mesi di reddito di cittadinanza non hai ancora un lavoro puoi rinnovare il reddito ma ottieni una decurtazione del 25% e una nuova durata non superiore ai 12 mesi.
- Se nel corso di questi altri 12 mesi ancora non è stato reperito un lavoro, il reddito di cittadinanza viene sospeso per 6 mesi
- Passati i 6 mesi sarà possibile rinnovarlo per altri 6 mesi con un ulteriore riduzione del 25%
- Al termine di questi ultimi 6 mesi il reddito non è più rinnovabile e il percettore non potrà mai più farne richiesta
In sostanza nell’ultima fase il percettore riceverà il 50% della somma iniziale.
L’obiettivo è risparmiare 3 miliardi al termine del percorso con i quali finanziare Quota 102 per il prepensionamento, al fine di liberare nuovi posti di lavoro.
Lo stop definitivo dal 2024, ma i 5 stelle incalzano
Nel corso del Consiglio dei Ministri del 22 Novembre è stato confermato lo STOP definitivo al Reddito di Cittadinanza a partire dal 1° Gennaio 2024. Un provvedimento controverso a cui non credevano neppure Lega e Forza Italia, ma fortemente voluto da Fratelli d’Italia.
Il movimento 5 stelle però non ci sta: lotteranno in tutte le istituzioni e nelle piazze.