Prima della Scala Milano 2022: in scena il Boris Godunov
La Scala di Milano, a sorpresa (quest’anno era attesa un’opera di Mozart), sceglie di inaugurare la sua stagione 2022/2023 con il Boris Godunov di Musorgskij, tratto da un’opera di Puskin che, per trent’anni, venne bandita dalla Censura Imperiale. Ecco dove vederla e perché sta facendo così discutere.
Il Teatro “La Scala” di Milano decide, a sorpresa, di iniziare la sua stagione 2022/2023 con un’opera poco conosciuta e rappresentata in Italia e, la cui scelta, ha già suscitato non poche reazioni, soprattutto se si pensa alla guerra tra la Russia e l’Ucraina ancora in corso: il Boris Godunov di Modest Musorgskij.
Tratto dall’omonima commedia di Puskin, che per trent’anni era stata oggetto del bando della Censura Imperiale (nell’opera venivano criticati aspramente gli zar russi e il loro comportamento nei confronti del popolo), Boris Godunov, durante la Prima della Scala che sarà trasmessa stasera mercoledì 7 dicembre 2022 su Rai Uno a partire dalle 17.45, vedrà la direzione del maestro Riccardo Chailly.
La regia invece sarà di Kasper Holten, mentre nei panni del protagonista (Boris Godunov) troveremo Ildar Abdrazakov, un cantante lirico russo molto conosciuto e amato in patria.
Boris Godunov: trama e durata dell’opera di Musorgskij messa in scena alla Prima della Scala 2022
Ambientato nel “periodo dei torbidi” della Russia, ovvero tra la morte dello zar Ivan il Terribile e l’ascesa della casata Romanov, in Boris Godunov (ambientato nel 1598) vediamo le guardie e i sacerdoti, dopo la morte dello zar Fedör, supplicare il popolo affinché il boiaro Boris Godunov accetti di ascendere al trono.
L’incoronazione avviene nella piazza delle cattedrale del Cremlino, ma non è proprio un evento tranquillo, in quanto viene perturbato da alcuni disordini.
Nel frattempo però, nascosto nella sua cella, un frate parla del dietro le quinte di questo evento e, in particolare, dell’assassinio del legittimo erede al trono da parte di Godunov.
Seguirà poi un susseguirsi di eventi, tra rivolte popolari e verità che emergono, che porteranno a un epilogo inaspettato e dove l’usurpatore, Boris Godunov, perseguitato dal fantasma dell’erede legittimo, esorterà il figlio Fedör a non seguire il suo esempio prima di chiudere un circolo di inchiostro e sangue.
Il console ucraino protesta contro il Boris Godunov, ma il Sovrintendente ribatte “Noi facciamo arte”
La scelta del Boris Godunov per la Prima della Scala 2022 a Milano, come prevedibile, non ha mancato di suscitare polemiche, soprattutto alla luce del conflitto in corso tra la Russia e l’Ucraina.
Dopo l’annuncio di proteste da piazza da parte della comunità ucraina (non una novità per il Teatro “La Scala”, visto che in un certo senso si tratta di una “tradizione” che accade dal 1968), negli ultimi giorni si è fatto sentire anche il console ucraino, chiedendo di cancellare l’opera in programma.
Accuse che però il Sovrintendente della Scala, Dominique Meyer, non ci ha pensato due volte a rispedire al mittente:
“Noi facciamo arte, non propaganda a Putin. Non c’è niente che vada con l’Ucraina, c’è invece uno spettacolo la cui preparazione è iniziata tre anni fa, un grande capolavoro. E, lo ripeto, non sono pronto a nascondermi quando leggo Dostoevskij o Puskin”
E non a torto perché, leggendo il libretto di Musorgskij, così come la commedia originale di Puskin, si intravede infatti una critica sottile agli zar e, soprattutto, ad alcuni dei loro comportamenti, come ad esempio la soppressione delle proteste popolari.
Da non dimenticare poi che, quando al compositore russo venne proposto di scrivere e musica un’opera sul Boris Godunov di Puskin, all’inizio lo fece con un certo timore, perché sulla commedia in questione c’era un veto della Censura Imperiale, che durava ormai da trent’anni, e che proibiva di metterla in scena proprio perché vi erano rappresentati gli zar (e non in modo “onorevole”).
Leggi anche:
Alberto Angela a Napoli, incontro gratuito con il pubblico
Antonino Spadaccino vince Tale e Quale Show 2022! La classifica
Disperatamente mamma, cosa sta succedendo: lei ha mentito, ma l’attacco mediatico è feroce
Image credits: profilo Instagram Cinema Saronno (@cinemasaronno)