Le Baccanti di Euripide al Mercadante di Napoli con un Dioniso donna e rock [Recensione]
La recensione dello spettacolo Le Baccanti di Euripide al Teatro Mercadante di Napoli: la lotta tra razionale e irrazionale con un Dioniso versione rock.
Al Teatro Mercadante di Napoli è in scena la versione più sperimentale e moderna della tragedia classica Le Baccanti di Euripide, adattata e diretta da Andrea De Rosa.
Lo spettacolo sarà in replica fino al 3 dicembre 2017, interpretato da Federica Rosellini, alternativa versione femminile del Dio Dioniso, figlio di Zeus, che permea tutta la pièce, da Marco Cavacchioli nel ruolo di Tiresia, da Cristina Donadio nel ruolo di Agave e da Ruggero Dondi nel ruolo di Cadmo.
Le Baccanti di Euripide ha debuttato con grande successo al Teatro Grande di Pompei e la versione messa in scena al Mercadante mantiene il suo grande impatto visivo e di oggetto-struttura tecnologica, nonostante non si svolga tra le suggestive rovine del sito archeologico.
Presentato in chiave rock, come dichiarato dal regista, lo spettacolo è un continuo contrapporsi tra razionale e irrazionale, il primo rappresentato dal re di Tebe Penteo, il secondo da Dioniso stesso e dalla sua pletora di Baccanti e fedeli. Il tutto, mentre una continua musica cadenzata e battente scandisce il tempo della narrazione sempre in maniera incalzante.
Il palco e la scenografia
Dioniso è protagonista intorno al quale si svolge tutta la narrazione, un Dio ben interpretato dalla Rosellini, figura quasi androgina, dai capelli lunghi e costantemente in piedi dietro un microfono, quasi come una star del rock. Ed è questo, insieme alla musica martellante, un altro tratto che rimanda all’adattamento rock dell’opera greca.
La scenografia, ridotta all’osso, è costituita da uno spazio vuoto con al centro Dioniso e alle spalle una grande scatola simile al retro di un tir, che rappresenta il Monte Citerone, luogo privilegiato dalle Baccanti che, come delle moderne fan, portano avanti i propri balli rituali e lascivi in favore del Dio. Infine, con le spalle al pubblico e lo sguardo rivolto alla scena, siede Penteo Re di Tebe.
Dioniso, le Baccanti e Penteo: la lotta tra razionale e irrazionale
La narrazione va avanti per circa un’ora e un quarto in un continuo scontro tra il profondo scetticismo di Penteo e la potenza di Dioniso. Il Dio non è accettato dal re di Tebe, che addirittura cerca di arrestarlo, scatenando ancora di più la sua ira vendicativa. Come in una sorta di incantesimo, le donne della città amplificano le proprie danze estatiche e la caccia dedicata al Dio, mentre anche Cadmio, il nonno del Re, e l’indovino Tiresia si lasciano trasportare, vestiti da donne, in questi irresistibili rituali.
Scene, queste, che pongono lo spettatore di fronte alla fermezza spietata di un Dio in cerca di vendetta contro chi non crede in lui, dimostrando quasi una debolezza tipica dell’essere umano. Vendetta che si compie facendo leva sulla curiosità dello stesso Penteo che, pur respingendolo, si lascia convincere a partecipare al rito delle Baccanti per osservarle di persona danzare e cacciare. Vestito da donna, quasi contro la sua volontà, si mimetizza tra loro, andando incontro al suo destino: scambiato per un leone, verrà sbranato dalle donne con a capo Agave, sua madre, inconsapevole di star uccidendo il proprio figlio.
Un testo ambiguo e ricco di sfide
I continui dualismi tra mascolinità e femminilità, potenza e debolezza, razionalità e irrazionalità, bene e male, fede e ragione sono il minimo comun denominatore di un’opera costantemente sul filo dell’ambiguità dove il perdono manca completamente. La sfrontatezza di Penteo ha provocato la morte del Re e la consapevolezza dell’orrido gesto di Agave ha decretato la pazzia della donna.
E le domande che lo spettatore si pone, prima tra tutte quella esplicitata dallo stesso Cadmo, “Ma l’ira degli dei non dovrebbe esser diversa da quella dei mortali?”, sembrano non avere risposta.
Per conoscere prezzi e orari dello spettacolo, consultate l’articolo sullo spettatcolo.