Il processo ad Alessia Pifferi, la madre smentisce la testimonianza

Alessia Pifferi interrogatorio
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Un vortice di emozioni e contraddizioni si snoda nel tribunale di Milano, con Alessia Pifferi al centro di un processo che ha l’eco della tragedia. La vicenda della madre che ha lasciato la piccola Diana in casa per sei giorni, disvela una tela intricata di dichiarazioni e smentite che tengono con il fiato sospeso l’opinione pubblica.

Cosa è successo e la morte della bambina

Il dramma ha tessuto il suo triste epilogo nelle silenziose stanze di una casa lasciata alle spalle. La piccola Diana, abbandonata in un mare di solitudine, mentre il mondo esterno proseguiva ignaro. Le ore si sono trasformate in giorni, e la speranza in una tragica realtà.

Una realtà che ha spezzato il cuore di chi ha appreso della morte della piccola, un evento che ha lasciato un segno indelebile.

Diana alla fine è morta di stenti, la madre l’aveva abbandonata da sola a casa per ben 6 giorni.

Alessia Pifferi testimoniò “una gravidanza inaspettata”

L’immagine di Alessia Pifferi tremante in aula, mentre raccontava di una gravidanza inaspettata, ha fissato un quadro di sorpresa e incredulità. Secondo le sue parole, Diana sarebbe venuta al mondo in un freddo giorno di gennaio, in un bagno di Leffe, quasi come un fulmine a ciel sereno.

La Pifferi ha disegnato una scena di spontaneità e inaspettato stupore, alimentando la narrazione di una madre impreparata alla maternità.

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La smentita della madre “sapeva della gravidanza”

Ma sul palcoscenico del tribunale, una voce discordante ha sfumato il racconto di Alessia. Maria Assandri, la madre della Pifferi, con tono deciso ha ribadito che la figlia sapeva della gravidanza.

Ha parlato di un test di gravidanza effettuato in farmacia e di conversazioni fra madre e figlia sul dolce atteso arrivo. Un sostegno economico silenzioso, ma concreto, aveva anche attraversato i chilometri che separano la Lombardia dalla Calabria, in un tentativo materno di offrire sostegno.

Le prossime tappe del processo

La strada del processo si proietta ora verso l’orizzonte del 10 ottobre, quando le porte del Tribunale di Milano si riapriranno per accogliere le parti. Alessia Pifferi, nel frattempo, resta sotto la lente di un team di psicologi, in attesa di nuove verità che possano emergere dalle pieghe della giustizia. Una narrazione giudiziaria che continua a scorrere, con la speranza che possa portare chiarezza in un quadro ancora sfumato di ombre e domande senza risposta.

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