Il Bugiardo di Goldoni al Teatro Mercadante, una divertente commedia degli equivoci [Recensione]
Geppy Gleijeses nei panni del bugiardo protagonista per una divertentissima commedia al Teatro Mercadante di Napoli!
L’8 marzo 2016, al Teatro Mercadante di Napoli, è andata in scena la prima dello spettacolo Il Bugardo di Carlo Goldoni nell’adattamento di Geppy Gleijeses, anche interprete della commedia, ed Alfredo Arias, regista.
Gleijeses, calato nei panni del protagonista, ci ha messo di fronte ad un’originale e divertente trasposizione del testo scritto da Goldoni, in cui i veri personaggi principali possono essere considerate le bugie raccontate proprio dal suo personaggio, dall’inizio alla fine dello spettacolo.
La commedia inizia calandoci immediatamente nel meccanismo metateatrale che le dà il via: viene presentata la famiglia Cannavacciuolo, compagnia di attori che mette in scena la commedia e che narra le menzogne del personaggio di Lelio Bisognosi.
Anzi, sono queste spiritose invenzioni, come lui stesso le definisce, e non sono altro che un modo per godersi al meglio la vita. Ed il tutto, la serie infinita di vicende intricate e rese più complicate dall’atteggiamento scanzonato di Lelio, prende subito il via proprio da una menzogna.
L’intricata ragnatela di bugie
Il protagonista, ritornato a Venezia dopo un soggiorno di venti anni a Napoli, lì trascorso per dare sfogo al proprio desiderio di vivere avventure grazie alla sua fantasia e ai suoi continui inganni, si imbatte nella serenata che un giovane, Florindo (interpretato da Luchino Giordana), sta dedicando alla sua amata Rosaura. Immediatamente decide di attribuirsi il merito di tale dedica canora e di corteggiare, insieme, la bella Rosaura (Marianella Bargilli) e la sorella Beatrice (Valeria Contadino).
L’intreccio di bugie che ne deriva, supportate dal fedele servitore Arlecchino, coinvolgeranno nella vicenda anche il padre di Lelio, Pantalone, e quello delle due sorelle. Questi, all’oscuro dei continui inganni del giovane, aveva già deciso di dare in sposa, proprio a Lelio, una delle due sue figlie. Ma tutta la vicenda non potrà che concludersi al peggio per il protagonista, che sarà costretto a cedere sotto il peso dei suoi stessi raggiri, dopo aver recitato il ruolo di un ricco nobile, di un amico di se stesso agli occhi del padre e di tante altre personalità inventate di volta in volta. Inizialmente pentito, è repentino nel cambiare e restare fedele alla menzogna, unico mezzo per ottenere vantaggi e vivere una vita che si possa definire tale.
Una condanna alle bugie?
Il messaggio che ne scaturisce vuole essere una condanna alle bugie, alle truffe e ai raggiri che non fanno altro che ritorcersi contro chi se ne serve oppure un invito a vivere la vita con più leggerezza? L’ago della bilancia tende più alla prima conclusione, ma la risposta è più che altro lasciata al pubblico che, alla fine della rappresentazione, troverà maggior tempo per riflettere.
Tempo che durante lo spettacolo è dedicato prevalentemente alle risate, grazie alla rapidità dei dialoghi e alla forza dei personaggi di contorno, primo tra tutti il già citato assistente Arlecchino, interpretato egregiamente da Lorenzo Gleijeses (nei panni anche di Brighella, assistente di Florindo).
A lui è affidato il ruolo di macchietta e, con il suo accento veneziano, i movimenti elastici e veloci ed il continuo supporto ai comportamenti ingannevoli di Lelio riesce a rapire fin da subito gli spettatori, ed il contrasto tra i due dialetti, il suo veneziano ed il napoletano di Lelio, non fanno altro che accentuare i meccanismi di divertimento.
Condanna o assoluzione? La parola al pubblico
Lo spettacolo è poi arricchito da un’altra scena di metateatro in cui, alla fine del primo atto messo in scena dai Cannavacciuolo, la famiglia si concede una pausa per chiacchierare al contempo di argomenti di poco conto (come la scelta tra le alici e le sarde per la cena) e tematiche più consistenti come la decadenza della Serenissima Venezia, in un parallelo tra il passato ed il presente della città.
Uno spettacolo, quello di Gleijeses e della sua compagnia, che si rivela come un gran gioco, per riprendere le parole dello stesso Gleijeses, e che lascia allo spettatore la scelta tra condannare un comportamento come quello di Lelio o assolverlo, in virtù di una vita più spericolata e meno sterile.
Sarà in scena fino al 13 marzo 2016. Maggiori informazioni nel nostro articolo.
Foto: Tommaso Le Pera