La bambola Trudi e Chiara Ferragni, un nuovo caso
La celebre influencer e imprenditrice Chiara Ferragni si trova ad affrontare una serie di complicazioni legali e commerciali. Tutto ha avuto inizio con una multa dell’Antitrust per una presunta pratica commerciale scorretta, legata al lancio di un pandoro etichettato #PinkChristmas.
La situazione si è aggravata con l’apertura di un’indagine per truffa aggravata, che coinvolge anche Alessandra Balocco, presidente dell’azienda produttrice del dolce natalizio. Parallelamente, anche le uova di Pasqua prodotte da Dolci Preziosi sono finite sotto l’occhio del ciclone, suscitando ulteriori interrogativi sulla gestione delle campagne pubblicitarie di Ferragni.
Il caso della Bambola Trudi
Un ulteriore punto di controversia riguarda la bambola Trudi, un prodotto che aveva generato interesse al momento del suo lancio. Questa bambola, alta 34 centimetri, era stata presentata come un’edizione limitata della Chiara Ferragni Mascotte, venduta attraverso il sito The Blonde Salad.
Ferragni aveva annunciato che tutti i profitti sarebbero stati devoluti a Stomp out bullying, un’organizzazione no-profit impegnata nella lotta contro il cyberbullismo. Tuttavia, le cose hanno preso una piega inaspettata quando i giornalisti di Zona Bianca hanno contattato Ross Ellis, CEO e fondatrice di Stomp out bullying.
Bambola Ferragni, la Non profit americana: "mai avuti soldi".
— Zona Bianca (@zona_bianca) January 15, 2024
A #zonabianca @giusbrindisi mostra la dichiarazione di Ross Ellis, amministratore delegato dell'associazione americana, e la replica del team di Chiara Ferragni. pic.twitter.com/ixCXUUy2NN
Ellis ha sorpreso tutti dichiarando di non conoscere Chiara Ferragni e di non aver mai ricevuto donazioni da parte sua, creando dubbi sulla veridicità dell’annuncio di beneficenza fatto dall’influencer.
Di fronte a queste complesse vicende, Chiara Ferragni e il suo team hanno reagito prontamente. Un comunicato ufficiale è stato diffuso per chiarire la posizione dell’imprenditrice nei confronti delle indagini e delle controversie.
Nel comunicato, Ferragni afferma di voler rispondere esclusivamente alle autorità competenti, ribadendo la sua fiducia nel sistema giudiziario e la sua disponibilità a collaborare per chiarire ogni aspetto delle questioni sollevate. Questa dichiarazione arriva in un momento in cui la sua immagine pubblica è sotto osservazione critica, con l’obiettivo di mantenere trasparenza e serietà nei confronti del pubblico e delle istituzioni.
Gli altri brand che si sono ritirati dalla collaborazione con la Ferragni
Le ripercussioni di queste vicende si estendono anche al mondo delle collaborazioni commerciali. Alcuni brand importanti hanno iniziato a riconsiderare le loro partnership con Ferragni. Ad esempio, Coca-Cola ha annunciato che l’influencer non sarà più la sua testimonial nel 2024.
Inoltre, Monnalisa, noto brand di abbigliamento per bambini, sta valutando la possibilità di interrompere la collaborazione in seguito all’affaire Balocco. Questi sviluppi sottolineano come le controversie legali e le questioni di immagine possano avere un impatto significativo sulle scelte aziendali in termini di marketing e pubblicità.