Morto Moonbin, star del K-Pop sudcoreano scomparso a 25 anni
Lutto per i fan del K-Pop, il genere musicale che da qualche anno sta spopolando anche in Italia: è morto Moonbin, star del K-Pop sudcoreano e membro della boy band Astro. Aveva 25 anni: ancora ignote le cause del decesso.
Il mondo del K-Pop, un genere musicale che da qualche anno sta spopolando anche in Italia, piange la scomparsa di Moonbin. Il cantante, leader della boy band Astro, è stato trovato morto nel suo appartamento della capitale sudcoreana Seul, che era situato nel lussuoso quartiere di Gangnam. Aveva appena 25 anni: solo sette anni prima, a 18, aveva fondato gli Astro, una delle band più conosciute e amate dell’universo K-Pop.
Restano tuttora ignote le cause del decesso, anche se, sui social, sono ore che si stanno rincorrendo le voci circa un possibile gesto estremo. Fantagio, l’etichetta discografica che produceva il gruppo, sui social ha chiesto di astenersi da “segnalazioni speculative e malevole”, ma il messaggio successivo, pubblicato dalla stessa casa discografica, per molti fan degli Astro, purtroppo, è già stato una dolorosa conferma:
“Grazie di tutto, Moon Bin. Scusaci perché il nostro amore non è riuscito a proteggerti.”
Moonbin è solo l’ultimo di una lunga serie di misteriosi decessi avvenuti tra le star del K-Pop
Quello di Moonbin è stato l’ultimo caso di un fenomeno che, in tempi recenti, sta interessando sempre più stelle del K-Pop. Prima di lui infatti, anche se la stampa e le etichette discografiche sudcoreane hanno fatto il possibile per nascondere la verità, ci sono stati altri casi di giovani star che si sono tolte la vita o che, pur non presentando patologie pregresse, sono decedute improvvisamente in modo misterioso.
Tra i più eclatanti ricordiamo, nel 2015, il cantante Ahn So-jin, che si gettò dal decimo piano di un palazzo, e nel 2017 Kim Jong-hyun, il frontman degli Shinee, che venne trovato senza vita in una camera in affitto nel quartiere di Gangnam.
Alcuni ipotizzando che, dietro queste morti improvvise, ci sia lo stress e la notevole pressione esercitata dalle etichette discografiche su queste band, che spesso e volentieri sono composte da giovanissimi.
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