Federica Pellegrini confessa la sua battaglia contro la Bulimia
Federica Pellegrini, icona del nuoto mondiale, apre il suo cuore in un racconto toccante e crudo nel suo nuovo libro “Oro” per La Nave di Teseo, discutendo il suo lato oscuro e la sua lotta con la bulimia. La campionessa svela dettagli intrecciati di un episodio particolarmente doloroso della sua vita, che risale al 2005.
Il dolore dietro l’argento di Montréal
Durante i Mondiali di Montréal, la giovane Pellegrini si scontrò con una realtà amara. Nonostante l’argento conquistato, il suo cuore anelava all’oro. Questa insoddisfazione scaturì in un impetuoso sfogo di lacrime durante l’intervista post-gara, segno del suo profondo disagio interiore.
Federica si trasferì a Milano in quel periodo, e il suo rapporto con il cibo divenne problematico. Dopo ogni abbuffata, o anche un semplice pranzo, seguiva un intenso senso di colpa che la spingeva a vomitare.
Una battaglia nascosta: la bulimia
“La sera, dopo aver mangiato tutto quello che potevo durante il giorno, vomitavo. Lo facevo sistematicamente, ogni sera prima di andare a dormire, quando il ricordo di tutto il cibo ingurgitato aumentava il senso di colpa. Vomitare era un po’ come ripulirsi la coscienza e anche la mia maniera di metabolizzare il dolore. Si chiama bulimia ma io non lo sapevo. La bulimia per me non era il problema, era la soluzione. Il mio modo di dimagrire senza sacrifici mangiando tutto quello che volevo”
Federica Pellegrini
A soli 17 anni, Federica stava lottando contro una battaglia oscura e solitaria. La sua immagine pubblica e il suo corpo diventarono oggetti di critica e giudizio, intensificando la sua insicurezza e il suo disagio.
Il suo rapporto con l’immagine pubblica e il problema della dismorfia corporea
Dopo una sessione fotografica per SportWeek, vedeva sè stessa come una “ragazza grassa e brufolosa”, truccata e seminuda. Non riusciva a comprendere perché l’avessero trasformata in una “femme fatale”. Questa percezione deformata di sé stessa intensificò la sua lotta interiore.
Federica parla apertamente della dismorfia, una condizione psicologica in cui un individuo diventa ossessionato da un presunto difetto nel suo aspetto fisico. Nel suo caso, le spalle larghe erano diventate una fonte di imbarazzo.
“Gli atleti hanno corpi fuori standard, perché il loro obiettivo non è la bellezza ma la potenza. E ogni sport pretende una disposizione di muscoli, leve, vuoti e pieni diversa. Nel nuoto vengono fuori soprattutto le spalle. E io fin da piccola avevo queste spalle larghe, robuste, che mi imbarazzavano se esposte in abiti eleganti. Cercavo di evitare canottiere, top e qualsiasi cosa le mettesse in evidenza”
Federica Pellegrini
Con il passare del tempo, Federica ha imparato ad accettare il proprio corpo, cercando di trasformare le sue spalle in un punto di forza anziché un motivo di imbarazzo. Nonostante ciò, durante quegli anni difficili, la percezione che aveva di sé era distorta: “In quegli anni io mi vedevo un mostro”.
Una luce di speranza ed un esempio per i giovani
La decisione di Federica di parlare apertamente del suo passato tormentato e della sua lotta contro la bulimia fornisce un messaggio potente e un punto di riferimento per molti giovani che stanno attraversando periodi difficili. La sua storia può rappresentare un faro di speranza, incoraggiando altri a cercare aiuto e a seguire il cammino verso la guarigione.