Gabbiano afferra un cane al Bosco di Capodimonte a Napoli: è una bufala?

Gabbiano

Durante lo scorso fine settimana si è parlato molto di un evento molto strano che è avvenuto a Napoli, precisamente nel Bosco di Capodimonte. Si tratta della notizia secondo cui un gabbiano avrebbe afferrato un cagnolino di piccola taglia, la cui padrona era una turista in viaggio in città, e lo avrebbe portato via.

Secondo la protagonista della vicenda, il cagnolino era senza guinzaglio, nonostante si trovasse in una zona dove è previsto l’obbligo di guinzaglio, e pesava circa 1 kg e 800 grammi. I testimoni hanno raccontato di aver visto la cattura del cane da parte del gabbiano che poi lo avrebbe portato via lontano, volando.

Ma è possibile tutto ciò? A confermare la notizia c’è stato anche un consigliere della Municipalità III Stella – San Carlo all’Arena, Carlo Restaino, a cui è stata raccontata la vicenda, dunque non è un testimone oculare.

I dubbi ci sono vista la particolarità della notizia ed anche l’ornitologo Maurizio Fraissinet, grande esperto nel suo settore, ritiene che la notizia sia totalmente infondata, come spiega anche Vesuvio Live.

La spiegazione dell’ornitologo: non è possibile che un gabbiano afferri un cane lo porti via

Maurizio Fraissinet spiega che la notizia è scientificamente infondata e non provata e che un gabbiano non può in nessun modo riuscire ad afferrare un cane e portarlo via in volo, per quanto piccolo e leggero possa essere, come il Pinscher Nano in questione.

Fraissinet ha molta esperienza nel suo campo ed è stato membro del Consiglio Nazionale del WWF Italia oltre che del Comitato scientifico di Legambiente. Ha collaborato con la LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli) ed è Consigliere regionale della Campania, Vicepresidente dell’Assemblea, Vicepresidente di Federparchi e Presidente del Parco nazionale del Vesuvio.

Dall’alto delle sue competenze afferma che:

Il gabbiano ha le zampe palmate, per poter catturare un mammifero e poterlo trasportare in volo ci vogliono gli uccelli rapaci che sono dotati di artigli. Questi uccelli arrivando a contatto con il mammifero usano gli artigli che sono come dei pugnali che entrano nella carne della preda, poi la sollevano e con il becco la portano via. Il gabbiano invece può soltanto uccidere col becco, non ha altre armi. E una volta che ha ucciso col becco, come fa con il colombo o con gli uccelli migratori, lo mangia sul posto perché ha difficoltà a trasportarlo. Magari stacca qualche pezzo e lo porta via con sé ma il colombo è un animale leggero e ha le ossa cave. Figuriamoci con un cucciolo di cane che pesa qualche chilo. Nella letteratura scientifica ornitologica non si è mai letto negli ultimi decenni di gabbiani in tutte le parti del mondo che hanno aggredito cani portandoli via. Se qualcuno avesse visto una scena del genere dovrebbe essere molto preciso, non dico filmarlo, perché sarebbe il primo caso documento al mondo.

Secondo Fraissinet il gabbiano avrebbe solo potuto catturare in loco il cagnolino e beccarlo per cercare di ucciderlo e mangiarlo, ma non afferrarlo volando. L’evoluzione del gabbiano ha fatto sì che il suo becco sia adatto ad afferrare piccoli uccelli o pesci e non ci sono testimonianze nel mondo scientifico di quanto raccontato relativamente al Bosco di Capodimonte.

Si tratterebbe, quindi, di una bufala. L’ornitologo potrebbe dare credito alla notizia se un collega avesse filmato una scena del genere, dimostrando che possa essere vero, ma al momento non ci sono testimonianze documentate.

L’appello di Fraissinet sull’informazione

L’ornitologo sottolinea l’importanza cruciale di informarsi con le fonti adatte prima di diffondere certe notizie. Non si fanno quasi mai verifiche scientifico-tecniche rivolgendosi ad esperto e chiunque scrive e comunica ciò che vuole senza verificare. In campo scientifico c’è molta ignoranza, continua l’ornitologo, e questa è una piaga.

Italia leader in Europa sullo studio dei gabbiani urbani

Spiega lo scienziato che l’ornitologia italiana studia da anni il fenomeno dei gabbiani urbani che ormai hanno occupato le città e fa molta divulgazione in merito.

Siamo leader in Europa ed è stato pubblicato anche un opuscolo con l’Anci per spiegare le ragioni alla base di questi fenomeni, fornendo anche linee guida alle istituzioni per gestirlo.

L’opuscolo citato è molto interessante e spiega nel dettaglio tutto ciò che c’è da sapere in merito.

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