Festa della madonna di Castello a Somma Vesuviana
In questi giorni, a Somma Vesuviana, ha avuto luogo uno degli appuntamentiprevisti per celebrare l’antica “Festa della Madonna di Castello”.
La festa si è articolata in più fasi ed è animata da eventi suggestivi.Le interpretazioni fornite sul significato della ricorrenza sono molteplici e persuasive, in particolare la rievocazione è legata al ritrovamento della testa della statua lignea della Madonna di Castello che venne distrutta durante l’eruzione del 1631.
Sono innumerevoli, dovunque, le feste legate alla tradizione e tuttavia quella della Madonna di Castello suscita un fortissimo interesse. I festeggiamenti hanno inizio il primo sabato successivo alla Pasqua per concludersi il 3 maggio. La celebrazione del primo maggio nella sostanza è un pellegrinaggio che ha come meta la vetta del monte Somma, dove è posta una cappella che custodisce una piccola statua della Madonna.
In primis raggiunta la meta, tutti (indistintamente), si fermano a rendere omaggio alla Madonna (Mamma Schiavona). Chi osserva quello che avviene si rende conto che è pressoché identica la venerazione, non solo degli anziani, formatisi in altro un contesto storico e culturale, ma anche quella dei giovani che per la circostanza paiono moltissimo distanti dalle odierne consuetudini culturali prevalenti, che li accomunano dovunque vivano. Si coglie un naturale ed inaspettato bisogno di spiritualità e non solo, ma anche uno straordinario interesse per l’ambiente, per la natura. Molti ragazzi scendono dal monte ruzzolando lungo i canaloni colmi di detriti vulcanici. Dal versante del monte Somma si può ammirare un panorama inaspettato che fonde mare ed entroterra. Per raggiungere la vetta c’è bisogno di una buona dose di determinazione.
Si parte di buonora, alle quattro. Con un mezzo idoneo si può percorrere un primo tratto, raggiunto, nel nostro caso, grazie alla disponibilità di altri pellegrini, seduti in un carrello trainato da un trattore. La seconda parte del percorso si può intraprendere solo a piedi, lungo dei camminamenti alquanto irti. Il tempo per raggiungere la vetta è di circa un’ora. In cima al monte non ci sono punti di ristorazione quindi occorre portarsi il necessario per trascorrere sul monte una lunghissima giornata. Trattandosi di festa, di norma, lo zaino e risulta essere molto pesante. Nella festa di paese in genere il protocollo formale regola rigidamente tutti gli aspetti connessi. Sul monte l’alito della festa che si respira è molto diverso: tutto appare più spontaneo ed accogliente, c’è una condivisione ed una compartecipazione; fondamenti che ormai nella nostra quotidianità sono sempre più rari. Su braci alimentate dalla legna viene arrostita la carne. Si cuoce la pasta condita con olio, aglio, prezzemolo, peperoncino e noci con l’acqua piovana raccolta in una cisterna appositamente costruita. Poi c’è il vino, simile a quello che bevevano a grandi sorsi i contadini per alleviare la fatica e le sofferenze legate alla loro esistenza.
Le tammorre i balli e il canto tribale fanno il resto rendendo tutti partecipi. Anche in questo caso ci si rende conto del valore e della forza della tradizione, quella autentica, quella in cui giovani e veterani parlano lo stesso linguaggio, si comprendono, esprimono le stesse passioni.
L’escursione sul Monte Somma è una esperienza che auguriamo a tutti di compiere, ed anche di conoscere gli animatori della festa organizzati in Paranze*, la più antica delle quali è quella dello ’gnundo’ (nodo) animata da Lucio, Luigi, Diana ed altri, per comprendere gli aspetti più profondi della festa.
*Antica imbarcazione da pesca, con il termine paranza si sottintende l’equipaggio