Farmacia degli Incurabili di Napoli: omaggio a Giuseppe Moscati con una visita guidata teatralizzata
Una visita guidata teatralizzata nelle sale del Museo delle Arti Sanitarie e della Farmacia storica del Complesso degli Incurabili alla scoperta di Giuseppe Moscati, il medico proclamato santo 31 anni fa.
Domenica 21 ottobre 2018 torna, nelle sale del Museo delle Arti Sanitarie e della Farmacia storica del Complesso degli Incurabili, la visita guidata teatralizzata per scoprire la figura di Giuseppe Moscati. Lo spettacolo “Giuseppe Moscati, un lampo nell’eterno” a cura dell’associazione culturale NarteA, scritto e diretto da Febo Quercia, si terrà in occasione dei 31 anni dalla proclamazione del “medico santo”.
Giuseppe Moscati non è stato un semplice medico, bensì è considerato un vero innovatore della medicina, proclamato santo il 5 ottobre 1987 da papa Giovanni Paolo II perché dedicò la sua intera esistenza alla cura disinteressata dei malati più poveri, mostrando un estremo coraggio anche in situazioni difficili, come l’eruzione del Vesuvio o l’epidemia di colera che funestò la città di Napoli nel 1911. Egli si impegnò senza sosta anche alla ricerca scientifica che lo condusse a importanti scoperte nel campo medico.
Il “medico santo”, tanto caro ai napoletani, purtroppo morì a soli 46 anni a causa di un improvviso malore, sulla sua poltrona di casa. La notizia della sua morte, quel 12 aprile 1927, fu diffusa con queste parole: “Oggi Napoli ha perduto un grande medico, ma i poveri hanno perso tutto”.
I visitatori saranno guidati negli ambienti del Museo delle Arti Sanitarie e della Farmacia storica del Complesso degli Incurabili dai medici volontari dell’Associazione “Il faro d’Ippocrate”.
Informazioni sulla visita guidata su Giuseppe Moscati
Quando: domenica 21 ottobre 2018 alle ore 18:30
Prezzo biglietti: 15 euro
Dove: Museo delle Arti sanitarie e Farmacia degli Incurabili, via Maria Longo, 50 – Napoli
Info e prenotazioni: Per partecipare è necessaria la prenotazione ai numeri 339 7020849 o 333 3152415
Photo credits: Marco Venezia