Eav, sciopero Circumvesuviana, Sepsa e Metro Nordest 7 ottobre 2013
Il 7 ottobre è previsto uno sciopero delle società di trasporti della Eav ed è scontro tra sindacati e vertici dell’azienda
Le vacanze sono finite da un pezzo, ormai, e ad accoglierci in città sono nuovamente i problemi dei trasporti pubblici. In particolare, decisamente grave appare la situazione dell’Eav, i cui lavoratori sono in pieno scontro con i dirigenti della società. Difatti, i sindacati hanno immediatamente proclamato uno sciopero per il 7 ottobre 2013.
Le battaglie si concentrano sulle questioni dei buoni pasto e del salario integrativo. In sostanza, i dipendenti protestano perchè la Eav non ha provveduto al pagamento di 6 mesi di ticket e non ha aumentato le quote una tantum degli stipendi previsti dal contratto nazionale.
A seguito di un incontro in prefettura con il direttore del Personale dell’Eav Maurizio Papagno, riunione che si è rivelata subito molto tesa, i sindacati hanno annunciato il fallimento di una eventuale conciliazione con i vertici della società. Ragione che ha spinto la Cgil allo scontro immediato.
La Faisa Cisal, invece, prevede un prossimo collasso del sistema di trasporti “a causa dell’aumento dei pendolari in concomitanza con la riapertura delle scuole”.
L’Eav gestisce gestisce le linee ferroviarie di Circumvesuviana, Sepsa e Metrocampania Nordest, per cui un fallimento totale della holding significherebbe il blocco quasi completo dei trasporti in città e in parte della Regione.
Nel frattempo ciò che preoccupa di più è l’attesa per il via libera del Governo per ottenere i 200 milioni dei Fondi Fas che farebbero respirare un po’ la Eav. Il commissario ad acta Pietro Voci si è incontrato ieri a Roma con il capo di gabinetto del Governatore Caldoro, Danilo del Gaizo, per un colloquio con i Ministeri dell’Economia e dei Trasporti.
Lo scopo è capire quali sono i tempi per la ratificazione e l’erogazione dei fondi tanto attesi.
Fondi che sarebbero fondamentali considerato che, al momento, la società non ha nemmeno la possibilità di acquistare pezzi di ricambio ed è costretta ad utilizzare ancora treni del 1960, con freni e porte guasti.