È stata la mano di Dio di Sorrentino: le curiosità, i luoghi e cosa non perdere del film
Da un paio di giorni è finalmente uscito anche sulla piattaforma Netflix il nuovo atteso film di Paolo Sorrentino, “È stata la mano di Dio“, che dal 24 novembre fino a pochi giorni fa era possibile vedere solamente al cinema.
Grazie a Netflix, adesso è entrato in tantissime case e chi era in trepidante attesa ha potuto finalmente scoprire ogni dettaglio di questo film praticamente autobiografico, che ci racconta uno spaccato importante ed intenso della vita da adolescente del regista nella sua Napoli.
Sì, perché il film è girato quasi interamente a Napoli e Sorrentino dopo circa 20 anni è tornato nella sua amata città natìa, nei luoghi della sua infanzia e della sua adolescenza.
La raffinatezza delle immagini e dell’estetica di Sorrentino
La fotografia del film di Sorrentino è davvero raffinata ed elegante, a partire dal lungo piano sequenza iniziale (ossia una lunga scena ripresa dalla telecamera senza mai interruzioni, praticamente con un’unica ripresa) che parte in lontananza dal Lungomare per poi avvicinarvisi con eleganza e maestria.
Non solo le riprese della città e degli scorci della penisola sorrentina conquistano lo sguardo, ma anche le scene di interni tra familiari e conoscenti e quella ambientate in zone anche poco note al grande pubblico, oltre ai luoghi più onirici. Il tutto nel suo tipico stile che talvolta sfocia nel grottesco, ma che si riduce sempre ad un grande equilibrio finale.
La talentuosa direttrice della fotografia è Daria D’Antonio.
L’intensità di un film autobiografico
Ciò che colpisce di questa pellicola è l’intento autobiografico di Paolo Sorrentino. Per la prima volta ci mostra il momento più drammatico e difficile della sua vita, accaduto nell’adolescenza: la perdita dei genitori. Chi segue il regista sa del suo essere orfano, ma lui stesso non si era mai raccontato così in profondità agli spettatori ed ha deciso di farlo a 50 anni, dopo aver consolidato già il suo successo con altri film.
Attraverso la storia del protagonista Fabietto, un ragazzo di 17 anni insicuro e taciturno, Sorrentino ci parla di se stesso e delle enormi difficoltà di decidere della sua vita dopo quella tragica situazione.
Non vogliamo fare spoiler per chi non ha visto il film, ma possiamo dirvi che il rapporto con i genitori e con gli altri parenti, con strani vicini e con il regista Antonio Capuano, sono stati decisivi per la sua crescita anche professionale.
Un film permeato da Maradona
Come si evince anche dal titolo, che fa riferimento al soprannome dato a Maradona in occasione del suo gol di mano contro l’Inghilterra ai Mondiali dell’86, quasi tutto il film ha come sottofondo la presenza fondamentale di Diego nella vita di di Fabietto/Sorrentino.
La forte speranza del suo arrivo dal Barcellona, l’arrivo effettivo a Napoli cambiando la storia e l’umore di un popolo e quella “mano di Dio” che in un certo modo ha salvato la vita di Fabietto sono tutti particolari decisivi nel film.
L’omaggio a Fellini: il casting a Napoli
Si sa, Paolo Sorrentino è un grande ammiratore del regista Federico Fellini e tanti sono gli omaggi al regista, anche solo nella sua estetica, che si vedono nei suoi ultimi film
In È stata la mano di Dio, Sorrentino fa un omaggio ancora più particolare: come detto durante un’intervista, Fellini negli anni dell’adolescenza di Sorrentino venne a Napoli a cercare delle comparse per un suo film, facendo dei provini. L’episodio, dunque, è accaduto realmente e lo stesso Sorrentino ha detto:
Fellini riteneva che a Napoli ci fossero facce antiche e strane e spesso veniva qua a fare dei provini. Mio fratello si presentò proprio a uno di questi casting.
Infatti, nel film vediamo il fratello Marchino che si presenta, ma senza grande successo. Osservando da una porta semichiusa, Fabietto rimane estasiato dalle foto di belle attrici che gli assistenti di Fellini appendevano al muro per poter scegliere chi fa recitare.
L’isola di Eduardo: un riferimento noto soprattutto ai napoletani
Come forse non tutti sanno, nel 1947 il grande Eduardo De Filippo acquistò una piccola isola, l’Isolotto d’Isca, nel Fiordo di Crapolla, una frazione di Massa Lubrense. Durante il bagno in mare della famiglia di Fabietto, proprio nelle acque di Massa Lubrense, il padre interpretato da Toni Servillo, parla alla moglie di questa “isola di Eduardo”. Ed il riferimento è proprio questo.
L’isolotto si può raggiungere solo in barca ed i protagonisti arrivano proprio con la loro imbarcazione in quella zona.
Attualmente l’isolotto non è più di proprietà della famiglia De Filippo perché gli eredi di Eduardo lo hanno venduto alla società Antica Sartoria.
‘O munaciello
Tutti conosciamo a Napoli ‘o munaciello, una leggenda, un mito, un piccolo monaco bambino, una figura misteriosa, che si dice entri di soppiatto nelle case per lasciare soldi oppure per farli sparire, a seconda delle occasioni. Una figura, questa, che per ben due volte appare nel film e ne è simbolo importante.
All’inizio, quando viene visto dalla zia Patrizia, che ha problemi psichiatrici, ed anche alla fine (non vi sveliamo in che occasione). Il munaciello è considerato alle volte benefattore alle volte dispettoso e c’è chi ci crede e chi no. In un certo senso, dà anche al protagonista la forza e la speranza di continuare.
I luoghi di Napoli dov’è stato girato il film e della vita di Sorrentino
Fabietto vive in un appartamento al Vomero proprio nel palazzo in cui lo stesso Sorrentino ha dichiarato di aver vissuto per 37 anni, dalla nascita. Quindi è una delle location più presenti nel film, ma i luoghi di Napoli presenti sono tanti, vediamoli un po’ insieme.
Il Vomero e la vera casa di Sorrentino
Come detto, l’appartamento del protagonista è al Vomero, precisamente in via San Domenico. In realtà, la casa nel film si trova al piano superiore rispetto a quello in cui ha vissuto il regista tanti anni. In questo condominio la sua famiglia per tanti anni.
La Galleria Umberto I
La famosa Galleria commerciale che si trova in via Toledo è uno dei luoghi fondamentali per la vita di Fabio perché qui incontra il regista Capuano a cui confiderà le sue passioni e le sue speranze di fare carriera nel cinema. Qui ammira anche le prove di una particolare piéce teatrale che lo ispirerà.
Piazza del Plebiscito
Proprio in una delle scene iniziali del film vediamo Piazza del Plebiscito com’era negli anni ’80, cioè non ancora chiusa al traffico e davvero piena di auto e traffico. In questa location, di notte, avviene l’incontro tra la zia di Fabietto e addirittura San Gennaro.
La Piscina Mirabilis
In questo bellissimo sito storico ed archeologico dei Campi Flegrei si svolge una delle scene finali più rappresentative del film: l’incontro e lo scambio di intense battute tra Fabietto ed il regista Antonio Capuano in una notte di confessioni.
Lo Stadio San Paolo, oggi Maradona
L’allora Stadio San Paolo di Fuorigrotta appare in alcune scene. Tempio del calcio e di Maradona, meta quasi spirituale per il protagonista. È riprodotto con la computer grafica poiché negli anni’80 la struttura era leggermente diversa da oggi.
La Piazzetta di Capri
La famosa Piazzetta di Capri è la destinazione notturna di Fabietto con un nuovo conoscente, contrabbandiere, che lo porta a divertirsi sull’isola, salvo scoprire la desolazione di quella notte. Nonostante la chiusura di tutti i locali, però, i due ragazzi incontrano addirittura l’uomo più ricco del mondo, Kashoggi, con una volgare escort.
La Penisola Sorrentina: Vico Equense e Massa Lubrense
Villa Giusso Astapiana a Vico Equense è la grande villa in cui tutta la famiglia di Fabio e dei suoi genitori trascorre un giorno di spensieratezza tra pranzo e bagni. Invece, l’iconica scena in cui tutti sono seduti su una barca è stata girata a Massa Lubrense nel suo splendido mare. È qui che Fabio vede i contrabbandieri, tra cui il ragazzo che diventerà suo amico e che lo porterà a Capri, fuggire dalla Guardia di Finanza in motoscafo.
Come detto in un paragrafo precedente, è in queste acque che sorge l’isolotto acquistato da Eduardo.
Roccaraso
Le scene in montagna, dove i genitori acquistano la seconda case per le vacanze invernali ed andare a sciare, sono state girate a Roccaraso e a Castel di Sangro. Rappresentano i luoghi di Roccaraso dove effettivamente i genitori di Sorrentino trascorsero qualche giorno prima della tragedia.
Stromboli
Anche alcuni luoghi ed il mare di Stromboli, nonché l’omonimo vulcano, appaiono nel film durante una triste vacanza fatta da Fabio ed il fratello dopo la morte dei genitori. In questa location Fabio capisce di essere “diventato grande” e si separa dal fratello cercando una propria via, ormai solo nel mondo.
La stazione di Formia
La scena finale ci mostra la stazione di Formia dove il treno su cui è Fabietto fa tappa durante il viaggio verso Roma. Il protagonista cerca di ritrovare se stesso andando via da Napoli ed inseguendo il suo sogno.
La candidatura agli Oscar
Ricordiamo che il film di Sorrentino è stato candidato per i prossimi premi Oscar 2022, rappresentando l’Italia. Il regista ha già vinto una delle prestigiose statuette con La Grande Bellezza.