Piano di evacuazione Campi Flegrei, cosa prevede in caso di eruzione
La recente attività sismica ha rimesso in luce le preoccupazioni sulla situazione dei Campi Flegrei, una zona vulcanica attiva vicino a Napoli. Questo testo offre consigli su come comportarsi se c’è un’eruzione e dà un quadro generale della geologia della regione.
Il Dipartimento Protezione Civile ha diffuso un comunicato sui social media, in risposta all’inquietudine crescente dovuta a frequenti terremoti che hanno messo in allerta la popolazione locale. L’organizzazione suggerisce a chi vive o si trova nella zona di farsi un’idea precisa sul territorio vulcanico e sulle strategie per la sicurezza, indirizzando le persone al sito Io Non Rischio (protezionecivile).
Cosa sono i Campi Flegrei?
I Campi Flegrei sono una zona vulcanica che presenta una “caldera“, un’area depressa formata a seguito di eruzioni esplosive. La storia geologica della caldera rivela che, negli ultimi 15.000 anni, ha subito oltre 70 eruzioni, formando edifici vulcanici, crateri e laghi, come Astroni, la Solfatara e il lago di Averno. Un fenomeno chiamato bradisismo riguarda il lento movimento verticale del suolo, con significative crisi registrate tra il 1969-1972 e il 1982-1984.
Cosa può succedere in caso di eruzione?
L’attività dei Campi Flegrei si è sempre manifestata principalmente attraverso eruzioni esplosive. Le previsioni per il futuro suggeriscono la persistenza di questa tendenza, e il sito della Protezione Civile ha fornito un elenco delle potenziali manifestazioni:
- Formazione di una colonna eruttiva: composta da gas, brandelli di lava incandescenti e ceneri, può raggiungere un’altezza di decine di chilometri.
- Caduta di materiale vulcanico: include detriti di grosse dimensioni che si depositano nell’area prossima alla bocca eruttiva e ceneri e lapilli che, trasportati dal vento, possono estendersi fino a decine di chilometri di distanza.
- Generazione di flussi piroclastici: valanghe composte da gas, cenere e frammenti vulcanici a elevata temperatura e velocità, capaci di avanzare per vari chilometri e di superare i contorni della caldera.
- Esplosioni freatiche: si manifestano in zone con intensa attività idrotermale, come la regione di Solfatara/Pisciarelli. Possono avvenire anche prima dell’inizio di un’eruzione.
- Colate di fango: create dalla combinazione di ceneri vulcaniche e acqua, possono formarsi sia in concomitanza con l’eruzione, a causa delle piogge, sia a distanza di tempo dall’evento vulcanico.
Piano di evacuazione e zone di rischio
Il sito iononrischio.it spiega le procedure da seguire in caso di eruzione. Due aree principali sono identificate:
- Zona Rossa:
- Comuni inclusi:
- Pozzuoli
- Bacoli
- Monte di Procida
- Quarto
- Parte dei Comuni di Giugliano in Campania e Marano di Napoli
- Alcuni quartieri di Napoli: Soccavo, Pianura, Bagnoli, Fuorigrotta e altri
- Comuni inclusi:
- Zona Gialla:
- Comuni inclusi:
- Villaricca
- Calvizzano
- Marano di Napoli
- Mugnano di Napoli
- Melito di Napoli
- Casavatore
- 24 quartieri del Comune di Napoli come Arenella, Avvocata, Barra, e altri.
- Comuni inclusi:
La zona rossa è quella maggiormente a rischio e, in caso di eruzione, la popolazione dovrebbe evacuare prima dell’inizio del fenomeno. La zona gialla, invece, prevede una valutazione dinamica basata sulla direzione dei venti e sulla gravità dell’eruzione. Il Piano per il rischio vulcanico ai Campi Flegrei coinvolge vari enti a livello nazionale e regionale.
Maggiori informazioni sul sito rischi.protezionecivile.gov.it