Benzinai, parte l’obbligo di esporre il prezzo medio dei carburanti
A partire dal primo di agosto, i distributori di benzina in Italia saranno obbligati a esporre il prezzo medio dei carburanti.
Questa mossa è stata introdotta per contrastare le speculazioni e aumentare la trasparenza nel settore.
Ma cosa comporta? E come si calcola il prezzo medio?
Cosa comportano le nuove regole per i distributori di benzina e che cos’è il prezzo medio
Le nuove regole, introdotte a gennaio ma attive dal 1° Agosto, obbligano i benzinai a esporre il prezzo medio dei carburanti su cartelli posizionati accanto al prezzo di vendita.
Questa regola è stata introdotta per contrastare le speculazioni da parte dei distributori di benzina e per aumentare la trasparenza nel settore.
Il prezzo medio è il prezzo riferito alla media regionale dei prezzi dei carburanti, in questo modo il consumatore potrà confrontare il prezzo applicato dalla pompa di benzina con la media regionale, così da poter verificare se è in atto una speculazione.
Questo ad esclusione dei distributori sulla rete autostradale, i quali dovranno invece mostrare il prezzo medio nazionale anziché quello regionale.
Quando cambieranno i prezzi ogni giorno
I dati relativi ai prezzi medi saranno trasmessi ogni giorno dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy. I gestori dei distributori sulle autostrade dovranno esporre il prezzo medio nazionale, mentre tutti gli altri il prezzo medio regionale.
Questi prezzi dovranno essere esposti entro due ore dall’apertura del distributore. Per i distributori aperti 24 ore su 24, i prezzi dovranno essere esposti entro le 10:30.
Come si è arrivati all’obbligo di esporre i prezzi medi
L’obbligo di esporre i prezzi medi è stato approvato a gennaio, in seguito a un significativo aumento dei prezzi dovuto principalmente alla rimozione totale dello sconto sulle accise da parte del governo di Giorgia Meloni.
Questo sconto era stato introdotto dal governo di Mario Draghi per calmierare i forti rincari che c’erano stati con l’inizio della guerra in Ucraina.
L’opinione degli esperti
Nonostante fosse inizialmente necessario per calmierare l’improvviso e violento aumento dei prezzi del petrolio e della benzina causato dalla guerra in Ucraina, lo sconto era stato poi giudicato dalla maggior parte degli esperti come una misura molto costosa e iniqua.
Costava circa un miliardo di euro al mese e andava a vantaggio di tutti i possessori di un’auto tradizionale: non solo di quelli con redditi più bassi o in difficoltà economica, ma anche di quelli che potevano permettersi i rincari.
Le accuse di speculazione ai distributori
Diversi membri del governo avevano accusato i gestori dei distributori di speculare sul prezzo della benzina. Secondo il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, e il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, le quotazioni erano cresciute più del normale aggiustamento che ci sarebbe stato solo a causa dell’aumento delle accise.
Nonostante le analisi non confermassero la speculazione, il governo aveva deciso comunque di introdurre l’obbligo di esporre i prezzi, ma soltanto da agosto.
Le reazioni delle organizzazioni sindacali
Le organizzazioni sindacali avevano organizzato uno sciopero di due giorni, martedì 24 e mercoledì 25 gennaio, accusando il governo di una
vergognosa campagna diffamatoria nei confronti della categoria
Le recenti discussioni sui prezzi della benzina
Negli ultimi giorni ci sono state nuove discussioni in merito ai prezzi della benzina in seguito a un’analisi dell’associazione Assoutenti che ha denunciato rincari generali in vista della partenza di milioni di italiani per le vacanze estive.
Secondo il presidente di Assoutenti, Fabio Truzzi, i rincari sono un fenomeno che si verifica ogni anno e che incide enormemente sulle tasche dei cittadini che si spostano in auto per raggiungere le località di villeggiatura.
A differenza di come era andata lo scorso gennaio, stavolta il governo sta difendendo i gestori dei distributori sminuendo i rincari.
In una nota diffusa dal ministero delle Imprese e del Made in Italy si legge che la crescita del prezzo medio di circa 3 centesimi al litro è determinata dai mercati internazionali, in particolare dall’aumento delle quotazioni del petrolio e dei prodotti raffinati.