Alain Elkann e i giovani “lanzichenecchi”, cos’è successo e le critiche
“Sul treno per Foggia con i giovani ‘lanzichenecchi'”. Questo è il titolo dell’articolo firmato da Alain Elkann, noto giornalista e padre dell’editore di Repubblica, pubblicato proprio su quest’ultimo nelle pagine della cultura, presentato come un racconto breve sull’estate.
Il pezzo racconta un viaggio in treno durante il quale Elkann si ritrova a condividere il vagone con un gruppo di giovani un po’ rumorosi, da lui definiti come “lanzichenecchi“.
Le critiche di Elkann
Nel suo articolo, Elkann si dipinge come un signore elegante (“un vestito di lino blu e una camicia leggera”) in contrasto con i giovani vestiti in modo più casual “t-shirt e pantaloncini, neppure un orologio”. Mentre lui sfoglia giornali di alto rilievo tra cui Financial Times, New York Times, Repubblica e scrive note con la sua penna stilografica mentre sfoglia Proust, i giovani parlano di calcio in un linguaggio disinvolto.
Un ulteriore aspetto è quello relativo alla nota di Elkann in merito alla tratta da Roma a Foggia, difatti non sapeva che era necessario passare per Caserta e Benevento al fine di raggiungere la città, un’informazione più che nota, sopratutto da parte dei pendolari che la compiono quotidianamente.
Alla fine del viaggio, Elkann si alza e se ne va, senza scambiare saluti con i giovani che, secondo lui, gli hanno rovinato il viaggio.
La reazione del pubblico e le accuse di classismo “Elkann ha scoperto la vita reale”
La pubblicazione dell’articolo ha suscitato un’ondata di reazioni tra i lettori e non solo.
Molti hanno espresso la loro perplessità e disaccordo rispetto ai contenuti dello scritto.
Il punto cruciale delle critiche è il medesimo:
Elkann vive in una bolla creata dal suo status elitario che non gli consente di sapere com’è il mondo reale, fatto anche di ragazzi un po’ chiassosi e vestiti in t-shirt. La sua non è un’analisi sul gap generazionale, ma una vera e propria forma di classismo.
Le distanze del mondo giornalistico
La reazione del mondo giornalistico non si è fatta attendere.
Molti giornalisti di Repubblica hanno espresso la loro perplessità e disaccordo rispetto ai contenuti dello scritto, tanto da spingere il comitato di redazione a prendere le distanze pubblicamente.