Addio a Nennella: Napoli piange la regina dei Quartieri Spagnoli

Napoli oggi è più vuota. È venuta a mancare Concetta Cocozza, per tutti semplicemente Nennella, la mamma, la nonna, la regina silenziosa di una Napoli che sa di ragù e umanità. Aveva 86 anni. E la sua assenza lascia un vuoto che fa rumore nei vicoli stretti dei Quartieri Spagnoli, dove la sua voce era famigliare come il profumo di un sugo domenicale.
Chi era Nennella?
Nennella non era solo un nome. Era un modo di vivere, di accogliere, di servire il cuore oltre al piatto. Dalla storica pizzeria dove ha iniziato bambina, alla trattoria oggi celebre in tutta Italia, ha fatto della semplicità una bandiera e della cucina una carezza per chiunque entrasse. Senza fronzoli, con quella voce ferma, quel sorriso che si accendeva solo se capivi la Napoli vera.
Ha cresciuto figli e nipoti al profumo di minestra maritata e genovese, ha servito migliaia di persone come fossero sempre ‘e creature sue. E oggi quei figli, quei nipoti, porteranno avanti ciò che lei ha costruito con fatica e amore.
Trattoria chiusa per lutto: un silenzio che pesa
La trattoria Nennella, oggi punto fermo in piazza Carità, resterà chiusa il 21 e il 22 marzo per lutto. Un gesto necessario. Non per rispetto formale, ma perché non si può servire un piatto con il cuore spezzato. E quel cuore spezzato oggi è quello di un’intera città che si ferma, che si toglie il cappello, che sospende la musica.
Perfino Cammarota, il regno dello spritz a un euro, ha deciso di spegnere la musica. Perché quando muore un simbolo, non c’è festa che tenga.
Il saluto a Concetta, la mamma di tutti
I funerali si terranno sabato 22 marzo alle 9:30 nella chiesa di Santa Maria della Mercede a Montecalvario, proprio lì dove tutto è cominciato. Dove il tempo sembra non passare, e dove oggi tutti vorranno esserci. Perché Nennella era casa, era mamma anche per chi non la conosceva di persona.
I figli hanno scritto un messaggio che è come una promessa:
«Oggi viene a mancare la storia di Napoli. Ma noi continueremo a portare avanti i tuoi insegnamenti. E a gridare al mondo quello che ci hai lasciato: l’amore per la nostra terra».
Non è solo una morte. È un addio collettivo
Ci sono perdite che non colpiscono solo una famiglia. Quando muore una figura come Nennella, è la città intera a fermarsi, a sentirsi orfana. Come quando si spegne una voce antica che raccontava Napoli meglio di mille libri.
E allora oggi piangiamo Nennella. E la piangiamo con il rispetto che si deve a chi ha fatto tanto senza chiedere nulla. A chi ha insegnato che un piatto caldo può essere un atto politico, un gesto di rivoluzione, una poesia silenziosa scritta col sugo.
Napoli non dimentica.
E oggi, nei Quartieri, anche il vento si muove più piano.