Napoli, infermiere preso a pugni per aver fatto un tampone
Continuano le violenze negli ambulatori del territorio campano. Ad Acerra, un infermiere decide di sottoporre un paziente al tampone e viene preso a pugni dai parenti.
Ancora violenze negli ambulatori e gli operatori sanitari non ne possono più. Ad Acerra, un infermiere, solo perché ha deciso di sottoporre un paziente al tampone (che presentava evidenti sintomi da Coronavirus), è stato preso a pugni dai parenti.
La furia dei familiari non si è fermata però all’operatore sanitario, perché, poco dopo, hanno distrutto anche l’accettazione dello stesso ambulatorio.
Manuel Ruggiero di Nessuno Tocchi Ippocrate, commentando l’episodio, ha detto:
“Basta, non tolleriamo più di lavorare in trincea!”
Ruggiero: “Gli ospedali campani? Come trincee: veniamo lasciati da soli, non c’è nessun controllo e la violenza è all’ordine del giorno.”
Ruggiero, parlando degli ospedali campani, ha detto che sono anni che Nessuno tocchi Ippocrate denuncia una situazione ormai fuori controllo, ma finora non è stato fatto nulla di concreto:
“Sono come trincee. Gli infermieri e i medici vengono lasciati da soli, con pochissime tutele, a dover lottare con orde di pazienti e di familiari sempre più aggressivi e violenti.”
Come risolverla? Per Ruggiero c’è un unico modo: presidi fissi delle forze dell’ordine in tutte le strutture sanitarie campane:
“Bisogna tutelare chi ogni giorno lavora per salvarci la vita.”
Parole che sono state anche sottoscritte dal consigliere regionale di Europa Verde, Francesco Emilio Borrelli, commentando questi due ultimi episodi di violenza.
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