25 Novembre, giornata contro la violenza sulle donne: significato e storia

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Il 25 novembre è la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, una ricorrenza istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 1999. La data è stata scelta in memoria delle sorelle Mirabal, tre donne rivoluzionarie dominicane che furono assassinate il 25 novembre 1960 dal regime di Rafael Trujillo.

La storia delle sorelle Mirabal

Le sorelle Mirabal, Patria, Minerva e María Teresa, erano attiviste del movimento clandestino di opposizione al regime di Trujillo. Il loro assassinio fu un evento simbolico che contribuì a scatenare la rivolta popolare che portò alla caduta del dittatore.

Le Sorelle Mirabal erano inoltre note anche come “Las Mariposas” (le farfalle), tre sorelle dominicane che divennero figure simbolo nella lotta contro la dittatura di Rafael Trujillo nella Repubblica Dominicana. Le loro storie sono state fonte di ispirazione per molte persone in tutto il mondo e hanno avuto un impatto significativo sulla storia e sulla cultura della Repubblica Dominicana.

Patria, Minerva e María Teresa Mirabal nacquero in una famiglia benestante nella provincia di Salcedo. Fin dall’inizio, Minerva si distinse per il suo interesse e la sua partecipazione in attività politiche, spesso in opposizione al regime di Trujillo. Questa partecipazione politica divenne presto un tratto distintivo di tutte e tre le sorelle.

Durante gli anni ’50, le sorelle Mirabal iniziarono a partecipare attivamente alla resistenza contro il governo di Trujillo. Formarono un gruppo chiamato Movimento 14 giugno, in onore della data di un’insurrezione fallita contro Trujillo. Il gruppo lavorava per rovesciare la dittatura e istituire un governo democratico nel paese. A causa delle loro attività, le sorelle e i loro mariti furono più volte arrestati e imprigionati.

Il 25 novembre 1960 rappresenta una data tragica nella storia dominicana. Quel giorno, mentre tornavano da una visita ai mariti in prigione, le sorelle Mirabal furono fermate, brutalmente assassinate e gettate in un burrone da agenti del Servizio di Sicurezza di Stato. La loro morte causò indignazione e fu uno dei fattori chiave che portarono alla caduta del regime di Trujillo nel 1961.

La morte delle sorelle Mirabal non solo contribuì a porre fine alla dittatura di Trujillo, ma divenne anche un simbolo potente di coraggio e resistenza contro l’oppressione. In loro onore, il 25 novembre è stato dichiarato Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne dalle Nazioni Unite nel 1999.

Le sorelle Mirabal sono ricordate non solo nella Repubblica Dominicana ma in tutto il mondo come eroine che hanno lottato per la libertà e la giustizia, e la loro storia continua a ispirare e motivare coloro che lottano contro l’ingiustizia e l’oppressione.

L’obiettivo della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne

La Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne è un’occasione per ricordare le vittime di violenza di genere e per sensibilizzare l’opinione pubblica su questo grave problema. In Italia, la ricorrenza è promossa dal Ministero dell’Interno e da numerose organizzazioni non governative.

Che cos’è il femminicidio e perché si distingue dall’omicidio

Il femminicidio è un termine che indica l’omicidio di una donna per motivi legati al suo genere. Si tratta di una forma di violenza di genere estrema, che si basa sulla convinzione che le donne siano inferiori agli uomini e che possano essere uccise impunemente.

Il femminicidio è un problema globale che colpisce donne di tutte le età, classi sociali e culture. Secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità, ogni anno nel mondo vengono uccise circa 87.000 donne per motivi legati al genere.

In Italia, nel 2022 sono state registrate 109 vittime di femminicidio, in aumento rispetto all’anno precedente.

La Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne è un’occasione per ricordare le vittime di femminicidio e per impegnarsi a combattere questa forma di violenza.

Il femminicidio legale in Italia: il delitto d’onore


Il delitto d’onore era un reato previsto dal codice penale italiano fino al 1981. Era definito come l’omicidio di un congiunto, un figlio o una sorella, commesso in stato d’ira determinato dall’offesa recata all’onore del reo o della sua famiglia.

La legge che lo prevedeva, l’articolo 587 del codice penale, fu emanata nel 1865, quando l’Italia era ancora un paese prevalentemente rurale e patriarcale. La legge rifletteva la mentalità dell’epoca, che considerava la donna una proprietà dell’uomo e il suo onore come una questione di famiglia.

Il delitto d’onore era un reato grave, ma era punito con una pena minore rispetto all’omicidio comune. La pena prevista era la reclusione da tre a sette anni, anziché la reclusione dai venti ai trenta anni.

Il delitto d’onore era spesso usato per giustificare la violenza contro le donne. Era usato per punire le donne che avevano avuto relazioni sessuali extraconiugali, che avevano divorziato o che avevano rifiutato un matrimonio combinato.

Il delitto d’onore era un reato molto diffuso in Italia, soprattutto nel sud del paese. Secondo i dati Istat, tra il 1961 e il 1981, in Italia sono stati commessi circa 2.000 delitti d’onore.

La lotta contro il delitto d’onore fu una delle principali battaglie del movimento femminista italiano. Nel 1970, il movimento riuscì ad ottenere l’abolizione del matrimonio riparatore, una legge che consentiva al colpevole di un delitto d’onore di evitare la pena se sposava la vittima.

Nel 1981, il delitto d’onore fu definitivamente abolito con la legge n. 442. L’abolizione del delitto d’onore fu una vittoria importante per il movimento femminista e per la lotta contro la violenza sulle donne.

Cosa dicono le statistiche sugli omicidi di genere

Seppur vero che le statistiche dimostrano un numero maggiore di omicidi ai danni degli uomini rispetto a quelli delle donne, la differenza sostanziale nei due è nella loro natura: tra l’80 e il 90% degli omicidi a danni di donne avvengono nel nucleo familiare o nei rapporti affettivi (compagni o ex compagni), mentre negli uomini questo rapporto scende al di sotto del 15%.

Secondo i dati Istat, nel 2022 in Italia si sono verificati 309 omicidi, con un tasso di 0,6 per 100.000 abitanti. Di questi, 184 sono stati commessi ai danni di uomini e 125 a danni di donne.

Il tasso di omicidi in Italia è tra i più bassi in Europa e negli ultimi anni è in costante diminuzione. Nel 1991, ad esempio, si sono verificati in Italia 1.916 omicidi, con un tasso di 4,8 per 100.000 abitanti.

La maggior parte degli omicidi in Italia sono commessi da persone che conoscevano la vittima. Nel 2022, il 72,3% degli omicidi è stato commesso da un familiare, un amico o un conoscente della vittima. In Italia, il femminicidio è un problema grave, che ha registrato un aumento negli ultimi anni. Nel 2022, sono state registrate 109 vittime di femminicidio, in aumento rispetto alle 103 del 2021.

Quante sono le vittime di femminicidio nel 2023 in Italia

Nel corso del 2023 in Italia si sono verificati 285 omicidi, con 103 vittime donne e 182 uomini. Come già detto, seppur il numero di omicidi di uomini sia maggiore, è la loro natura a dover preoccupare.

Difatti delle 103 donne, 83 sono state uccise da un familiare oppure da un affetto, di queste ben 53 sono decedute per mano del partner o dell’ex partner. Quasi il 50% delle donne muore per omicidio da parte di partner o ex partner, mentre negli uomini la percentuale di omicidi da parte di una donna si attesa sotto il 15%.

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